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Golden Globes 2022: Il potere del cane di Jane Campion trionfa tra le ombre di un’edizione fantasma
A spuntarla ai Golden Globes 2022 è stata Jane Campion con il suo Il potere del cane, western dai forti contrasti familiari e morali che alla Mostra del cinema di Venezia era passato in Concorso quasi in sordina e che pare essere invece sempre più lanciato nella strana e laconica stagione dei premi in corso, segnata dalle prostrazioni della pandemia, dalla rinuncia alla cerimonie in presenza e, nel caso dei Globes di quest’anno, addirittura dalla cancellazione dello show televisivo della NBC dopo le accuse di scarsa inclusività, razzismo, corruzione e sessismo piovute addosso alla Hollywood Foreign Press dalla scorsa primavera (con sulle barricate star di primo piano come Tom Cruise e Scarlett Johansson). 

In virtù di una sinistra convergenza, che fa pensare ormai inevitabilmente e fatalmente al Covid anche quando, come in questo caso, il Covid c’entra relativamente, i GG 2022 hanno visto infatti il tradizionale evento glamour, con tappeto rosso annesso, ridimensionarsi in una cerimonia giocoforza privata, mesta e tristanzuola, con i premi comunicati attraverso il sito e la possibilità di seguire il tutto solo sul canale YouTube e sui social dei GG. Sarà dura riprendersi da un simile schiaffo per dei premi che in passato, complice uno studiatissimo lavoro di comunicazione, erano riusciti addirittura a “travestirsi” da anticipatori e indicatori degli Oscar, pur avendo un bacino di votanti - la Hollywood Foreign Press, associazione dei giornalisti della stampa estera di stanza a Los Angeles - ben diverso e chiaramente assai più ridotto da quello dell’Academy. 



Tornando ai premi di stretta attualità (trovate in fondo all’articolo l'elenco completo dei vincitori), Il potere del cane si è portato a casa tre premi cruciali - miglior film drammatico, miglior regia (Jane Campion, ventotto anni dopo l’Oscar alla sceneggiatura per Lezioni di piano) e miglior attore non protagonista (Kodi Smit-McPhee, meritatissimo riconoscimento a un talento cristallino classe 1996) - stagliandosi come trionfatore dell’edizione accanto a West Side Story di Steven Spielberg, che oltre ai Globes alle attrici Ariana DeBose e Rachel Zegler ha avuto la meglio in una categoria, musical/comedy, destinata a scontare tuttavia come da tradizione una sorta di rito di seconda genitura rispetto ai drama tradizionalmente più considerati in queste sedi. 



Non accadeva tra l’altro da sette anni che il Golden Globe per la miglior regia andasse al titolo vincitore del premio come “miglior film drammatico”, a riprova della solidità delle chances Il potere del cane in una awards season decisamente avara di chissà quali avversari di peso, e si tratta anche della terza volta nella storia del premio in cui il Golden Globe per la miglior regia va a una donna: era successo in passato con Barbra Streisand nel 1983 e con Chloé Zhao appena l’anno scorso, nel 2021. 



Il potere del cane racconta la storia di Phil (Benedict Cumberbatch) e George (Jesse Plemons), ricchi allevatori nel Montana degli anni ’20, due fratelli molto diversi tra loro: il primo è un carismatico allevatore, che incute paura e rispetto alle persone attorno a lui, il secondo un uomo decisamente più timido e insicuro. Quando George porta a vivere nel ranch di famiglia la nuova moglie Rose (Kirsten Dunst) e il figlio di lei, Phil (il già citato Kodi Smith Mc-Phee), inizierà a tormentarli finché alcune dinamiche lo renderanno più esposto che mai. Ed è, come si evince fin dalla sinossi, un film che intercetta perfettamente lo spirito dei tempi, perché racconta una mascolinità tossica sfrondandone gli angoli più ovvi e risaputi e sondandone indubbiamente la complessità e la vulnerabilità dietro la facciata feroce, granitica e inviolabile; il tutto da una prospettiva deliberatamente femminile, inquieta e vibrante ma anche quieta, sommessa e alla fine pure erotica, in pieno stile Campion insomma.



Un dato culturale, questo’ultimo, che lo sintonizza immediatamente sull’attualità, a prescindere da come la si pensi sul giudizio di merito sul film, tanto che la stessa Jane Campion aveva tenuto a sottolineare la propria sorpresa nell’essere stata a tal punto rapita e scombussolata da un romanzo apparentemente così distante dalle sue corde come quello di Thomas Savage del 1967 che ha deciso di adattare per il grande schermo.

Delusione per l’Italia, rimasta invece fuori dai riconoscimenti: È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, il film più autobiografico e personale del regista, è stato battuto dal giapponese Drive My Car e sarà dura invertire lo stesso destino anche gli Oscar, alla luce anche dei tanti riconoscimenti che sta ottenendo il film di Hamaguchi; non certo perché il film di Sorrentino non intercetti i gusti d’Oltreoceano, ma perché purtroppo per lui gli è toccato in sorte il confronto con un film dalla potenza tale da sbaragliare in scioltezza la concorrenza di chiunque altro avversario nella categoria di miglior film internazionale (della sconfitta del regista del regista de La grande bellezza vi abbiamo parlato ad ogni modo più diffusamente in quest'articolo dal titolo Paolo Sorrentino non vince il Golden Globe ma ha una carriera intera per consolarsi). 



Non ce l’ha fatta nemmeno Luca di Enrico Casarosa, il cineasta genovese che ha debuttato alla regia con un lungometraggio animato Pixar ambientato nelle Cinque Terre, battuto da Encanto, mentre i premi agli attori non fanno registrare grandi scossoni e sorprese, a parte il mancato premio a Lady Gaga per House of Gucci a vantaggio del (meritato) riconoscimento a Nicole Kidman per Being the Ricardos, con l’attrice australiana arrivata a quota cinque Golden Globes dopo quelli già vinti per Da morire, Moulin Rouge!, The Hours e Big Little Lies - Piccole grandi bugie

Una scelta meno glamour di quanto il potenziale totale della cinquina potesse offrire, on del tutto dunque nella tradizione dei Golden Globes. Premi che quest’anno a tal proposito hanno però dato un colpo al cerchio e uno alla botte, premiando sì il Will Smith papà delle sorelle tenniste Venus e Serena Wiliams in King Richard al posto del Benedict Cumberbatch ruvido e pieno di nicotina de Il potere del cane ma preferendo al contempo la già citata Zegler e l’ispirato Andrew Garfield di Tick, Tick…Boom! invece che la coppia DiCaprio-Lawrence del ridimensionato Don’t Look Up, che ha subito - per quel che vale - la stessa sorte di titoli come Belfast di Kenneth Branagh e Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson (per Smith si tratta del primo Globe dopo 6 nomination, ma è una prima volta anche per Garfield al terzo tentativo).

Nota finale sul fronte televisivo, in cui ha trionfato quella che è semplicemente la serie migliore nonché più sfaccettata ed esplosiva del momento, Succession, e HBO ha comunque portato a casa 6 premi su 11, mettendo a segno un significativo e autorevole colpo "in opposizione" all’inarginabile avanzata di Netflix e degli altri colossi dello streaming (AppleTv, per esempio), mentre nel corso della serata, sul fronte dello star system, sono pervenuti soltanto degli isolati video da Arnold Schwarzenegger e sopratttuto da Jamie Lee Curtis, di fatto l'unica continuare a sostenere l’HFPA e a ricordarne le attività di beneficenza e e filantropiche addirittura con un video, una goccia nel mare del boicottaggio imperante. 

Appuntamento - si fa per dire e non certo con i migliori auspici - all’anno prossimo, quando cadrà l’anniversario tondo dell’80esima edizione dei Golden Globes e toccherà sciogliere la cortina di ferro di un’accoglienza mai così glaciale da parte del gotha di Hollywood e di una sostanziale assenza di reazioni, tanto che quasi del tutto sotto silenzio è passato anche il Golden Globe per la serie Pose a Mj Rodríguez, prima donna transgender a ottenere la statuetta dorata della Hollywood Foreign Press.





PREMI PER IL CINEMA

MIGLIOR FILM DRAMMATICO
Il potere del cane
Belfast
CODA
Dune
King Richard

MIGLIOR FILM COMMEDIA O MUSICALE
West Side Story
Cyrano
Don’t Look Up
Licorice Pizza
Tick, Tick … Boom!

MIGLIOR REGISTA
Jane Campion (Il potere del cane) 
Kenneth Branagh (Belfast)
Maggie Gyllenhaal (La figlia oscura)
Steven Spielberg (West Side Story)
Denis Villeneuve (Dune)

MIGLIORE ATTRICE IN UN FILM DRAMMATICO
Nicole Kidman (Being the Ricardos) 
Jessica Chastain (Gli occhi di Tammy Faye)
Olivia Colman (La figlia oscura)
Lady Gaga (House of Gucci)
Kristen Stewart (Spencer)

MIGLIOR ATTORE IN UN FILM DRAMMATICO
Will Smith (King Richard) 
Mahershala Ali (Swan Song)
Javier Bardem (Being the Ricardos)
Benedict Cumberbatch (Il potere del cane)
Denzel Washington (The Tragedy of Macbeth)

MIGLIORE ATTRICE IN UN FILM COMMEDIA O MUSICALE
Rachel Zegler (West Side Story) 
Marion Cotillard (Annette)
Alana Haim (Licorice Pizza)
Jennifer Lawrence (Don’t Look Up)
Emma Stone (Crudelia)

MIGLIOR ATTORE IN UN FILM COMMEDIA O MUSICALE
Andrew Garfield (Tick, Tick … Boom!) 
Leonardo DiCaprio (Don’t Look Up)
Peter Dinklage (Cyrano)
Cooper Hoffman (Licorice Pizza)
Anthony Ramos (Sognando a New York - In the Heights)

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE
Encanto
Flee
Luca
My Sunny Maad
Raya e l'ultimo drago

MIGLIOR FILM STRANIERO
Drive My Car — Giappone 
Compartment No. 6 — Finlandia, Russia, Germania
È stata la mano di Dio — Italia
A Hero — Francia, Iran
Madres Paralelas — Spagna

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Ariana DeBose (West Side Story) 
Caitríona Balfe (Belfast)
Kirsten Dunst (Il potere del cane)
Aunjanue Ellis (King Richard)
Ruth Negga (Due donne - Passing)

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Kodi Smit-McPhee (Il potere del cane) 
Ben Affleck (The Tender Bar)
Jamie Dornan (Belfast)
Ciarán Hinds (Belfast)
Troy Kotsur (CODA)

MIGLIORE SCENEGGIATURA
Kenneth Branagh (Belfast)
Paul Thomas Anderson (Licorice Pizza)
Jane Campion (Il potere del cane)
Adam McKay (Don’t Look Up”)
Aaron Sorkin (Being the Ricardos)

MIGLIORE COLONNA SONORA ORIGINALE
Dune — Hans Zimmer
The French Dispatch — Alexandre Desplat
Encanto — Germaine Franco
Il potere del cane — Jonny Greenwood
Madres Paralelas — Alberto Iglesias

MIGLIORE CANZONE ORIGINALE
No Time to Die da No Time to Die — Billie Eilish, Finneas O’Connell 
Be Alive da King Richard — Beyoncé Knowles-Carter, Dixson
Dos Oruguitas da Encanto — Lin-Manuel Miranda
Down to Joy da Belfast — Van Morrison
Here I Am (Singing My Way Home) da Respect — Jamie Hartman, Jennifer Hudson, Carole King

PREMI PER LA TV
MIGLIOR SERIE DRAMMATICA
Succession (HBO)
Lupin (Netflix)
The Morning Show (Apple TV Plus)
Pose (FX)
Squid Game (Netflix)

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE DRAMMATICA
Michaela Jaé Rodriguez (Pose) 
Uzo Aduba (In Treatment)
Jennifer Aniston (The Morning Show)
Christine Baranski (The Good Fight)
Elisabeth Moss (The Handmaid’s Tale)

MIGLIOR ATTORE IN UNA SERIE DRAMMATICA
Jeremy Strong (Succession) 
Brian Cox (Succession)
Lee Jung-jae (Squid Game)
Billy Porter (Pose)
Omar Sy (Lupin)

MIGLIOR SERIE COMMEDIA O MUSICALE
Hacks (HBO Max) 
The Great (Hulu)
Only Murders in the Building (Hulu)
Reservation Dogs (FX on Hulu)
Ted Lasso (Apple TV Plus)

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE COMMEDIA O MUSICALE
Jean Smart (Hacks) 
Hannah Einbinder (Hacks)
Elle Fanning (The Great)
Issa Rae (Insecure)
Tracee Ellis Ross (Black-ish)

MIGLIOR ATTORE IN UNA SERIE COMMEDIA O MUSICALE
Jason Sudeikis (Ted Lasso) 
Anthony Anderson (Black-ish)
Nicholas Hoult (The Great)
Steve Martin (Only Murders in the Building)
Martin Short (Only Murders in the Building)

MIGLIOR MINISERIE O FILM PER LA TELEVISIONE
La ferrovia sotterranea (Amazon Prime Video) 
Dopesick (Hulu)
Impeachment: American Crime Story (FX)
Maid (Netflix)
Omicidio a Easttown (HBO)

MIGLIORE ATTRICE IN UNA MINISERIE O FILM PER LA TELEVISIONE
Kate Winslet (Omicidio a Easttown) 
Jessica Chastain (Scene da un matrimonio)
Cynthia Erivo (Genius: Aretha)
Elizabeth Olsen (WandaVision)
Margaret Qualley (Maid)

MIGLIOR ATTORE IN UNA MINISERIE O FILM PER LA TELEVISIONE
Michael Keaton (Dopesick) 
Paul Bettany (WandaVision)
Oscar Isaac (Scene da un matrimonio)
Ewan McGregor (Halston)
Tahar Rahim (The Serpent)

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE, MINISERIE O FILM PER LA TELEVISIONE
Sarah Snook (Succession) 
Jennifer Coolidge (The White Lotus)
Kaitlyn Dever (Dopesick)
Andie MacDowell (Maid)
Hannah Waddingham (Ted Lasso)

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE, MINISERIE O FILM PER LA TELEVISIONE
O Yeong-su (Squid Game) 
Billy Crudup (The Morning Show)
Kieran Culkin (Succession)
Mark Duplass (The Morning Show)
Brett Goldstein (Ted Lasso)

Davide Stanzione
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