Il potere del cane
The Power of the Dog
2021
Netflix
Paesi
Nuova Zelanda, Australia
Generi
Drammatico, Sentimentale, Western
Durata
125 min.
Formato
Colore
Regista
Jane Campion
Attori
Benedict Cumberbatch
Kirsten Dunst
Jesse Plemons
Kodi Smit-McPhee

Phil (Benedict Cumberbatch) e George (Jesse Plemons), ricchi allevatori nel Montana degli anni ’20, sono due fratelli molto diversi tra loro: il primo è un carismatico allevatore, che incute paura e rispetto alle persone attorno a lui, il secondo un uomo decisamente più timido e insicuro. Quando George porta a vivere nel ranch di famiglia la nuova moglie e il figlio di lei, Phil inizierà a tormentarli finché alcune dinamiche lo renderanno più vulnerabile che mai.

Dodici anni dopo Bright Star (2009), la regista neozelandese Jane Campion torna a firmare un lungometraggio e lo fa mettendo in campo molti dei temi tipici del suo cinema: dal rapporto tra gli esseri umani e l’ambiente selvaggio che li circonda alle sottili dinamiche erotico-psicologiche che si sviluppano tra i personaggi, includendo anche elementi chiave della sua poetica come l’arrivo di una presenza femminile in un luogo dominato da uomini e l’omosessualità. Adattando l’omonimo romanzo di Thomas Savage, dal quale ha dichiarato di essere rimasta letteralmente folgorata, la Campion firma una pellicola dalla confezione notevolissima, che conferma il suo grande talento visivo, tanto nella costruzione delle inquadrature quanto nei giochi di luci e ombre. Qualcosa scricchiola invece di più in un copione che funziona a fasi alterne: dopo la parte iniziale, in cui fatica a carburare, il film cresce e raggiunge i suoi punti migliori con l’approssimarsi di una conclusione che si fa pienamente coinvolgente ed emozionante, regalando immagini di estremo nitore pittorico e squarci che esplicitano il probabile debito d’ispirazione rispetto alla parabola del Norman Bates hitchockiano di Psyco (1960). Anche la costruzione dei personaggi si divide tra alcuni (la coppia Dunst-Plemons) scritti abbastanza grossolanamente e altri (quello di Cumberbatch in primis) che, invece, sono sfaccettati al punto giusto, specie quando le triangolazioni, i rapporti di forza e i nessi di causa ed effetto si trovano a configgere e a emergere in tutta la loro silente ma ferita brutalità, delineando la fisionomia di una sorta di cuore di tenebra dal tocco poetico e sommesso e, al contempo, inquieto e sfaccettato. Il risultato è un film che funziona a metà, complessivamente convincente e affascinante ma anche vittima di alcuni passaggi a vuoto. In certi momenti la temperatura della tensione e del magnetismo di volti, caratteri e oggetti si alza notevolmente, mentre in altri il film si smarrisce in un andamento narrativo un po’ troppo interdetto, impervio e raggelato. Molteplici, ed evidenti, le auto-citazioni da Lezioni di piano (1993). Presentato in concorso alla Mostra di Venezia 2021 (dove ha ottenuto il premio per la miglior regia) e distribuito da Netflix. Numerosi i riconoscimenti vinti, tra cui l'Oscar per la miglior regia.

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