Come protesta contro la repentina chiusura di un centro sociale, Ali G (Sacha Baron Cohen) si incatena a un palo, urlando al mondo la sua contrarietà. Viene notato dal vice ministro David Carlton (Charles Dance), che, grazie al suo impegno sociale e alla provenienza popolare, decide di candidarlo come deputato in Parlamento. Ma le vere intenzioni del politico sono altre…

Film politicamente scorretto, caratteristica consueta e cifra stilistica irrinunciabile delle produzioni con protagonista Sacha Baron Cohen, ma tutt'altro che urticante: la satira volgare e spregiudicata non fa altro che poggiare su stereotipi risaputi e su un campionario trito e desolante di gag fin troppo consolidate, luoghi comuni razzisti e “critica” grossolana in forma di farsa diretta contro tutto e tutti, dalla cultura popolare a quella borghese, passando per la musica rap e la lotta per i diritti dei gay. Tra doppi sensi osceni e tentativi caciaroni di graffiare e colpire nel segno, ci si arrabatta come si può (ossia non benissimo). Il personaggio di Ali G, intervistatore sui generis dell'emittente inglese Channel 4, è una creazione dello stesso Baron Cohen, che ha scritto anche la sceneggiatura del film con Dan Mazer.
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