American Fiction

American Fiction

Premi Principali

Oscar alla miglior sceneggiatura non originale 2024

Anno

Paese

Usa

Generi

Durata

117

Formato

Regista

Thelonious "Monk" Ellison (Jeffrey Wright) è un professore e uno scrittore afroamericano che vive un momento di crisi e frustrazione professionale. L'indifferenza dei suoi studenti mette a dura prova la sua pazienza e gli editori si rifiutano di pubblicare il suo ultimo libro ritenuto "non abbastanza nero" per vendere. Nel momento in cui sua madre si ammala gravemente e il bisogno di guadagnare molti soldi per curarla diventa una priorità, lo scrittore decide di scrivere un romanzo satirico che denuncia l'ipocrisia del mondo editoriale. Il libro viene spedito, sotto pseudonimo, a un importante editore che accetta immediatamente di pubblicarlo facendolo diventare un caso letterario.

È un film sull’identità American Fiction, esordio alla regia per Cord Jefferson, già sceneggiatore di serie televisive di successo come Watchmen e Station Eleven. Prendendo spunto dal romanzo Erasure di Percival Everett Erasure del 2001, Jefferson racconta un personaggio che (s)vende la sua identità e quello in cui crede davvero, per creare un alter ego che scrive seguendo le mode del momento e che si vende per quello che non è. Un tradimento pensato per fare soldi facilmente, ma anche per prendersi qualche rivincita su un sistema che sente corrotto, fino alla prevedibile redenzione. American Fiction gioca coi luoghi comuni e gli stereotipi della narrativa (e del cinema) più politically correct possibile, ironizzando sui cliché e sulla retorica relativa alla letteratura black e a tutte le più ruffiane conseguenza in ambito commerciale. In questa satira al vetriolo c’è spazio per spunti di notevole intelligenza (soprattutto nella prima parte) e per momenti puramente divertenti, anche se a lungo andare il gioco mostra un po’ alla corda e diversi passaggi sono prevedibili quasi quanto i bersagli che il film ha nel suo mirino. Qualche calo col passare dei minuti non aiuta, anche se la scrittura dei personaggi è brillante e il finale azzeccato. Il risultato è un film imperfetto ma riuscito, che ha nella prova di un ottimo Jeffrey Wright uno dei suoi massimi punti di forza. Oscar alla miglior sceneggiatura non originale.
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