Dark Blood

Boy (River Phoenix) è un giovane vedovo che passa il suo tempo costruendo bambole che crede dotate di strani e magici poteri e vive da eremita presso una zona allestita per i test nucleari. Il suo destino cambia tramite l'incontro con una coppia (Jonathan Pryce e Judy Davis) imbattutasi in lui a causa di un guasto alla loro vettura. Boy prenderà in ostaggio la donna, intenzionato a concretizzare una sua particolare idea di nuova vita e nuovo inizio.

Rimasto incompiuto a causa della tragica morte per overdose di River Phoenix (1970-1993), il film è stato in seguito rimontato e completato da Sluizer nel 2012, a quasi vent'anni dallo stop definitivo sul set originale e dalla causa milionaria intentata dalla produzione alla famiglia Phoenix. Per sopperire alle scene mancanti, lo stesso regista funge da voce narrante descrivendo tutto quello che non è riuscito a girare, mentre sullo schermo appaiono dei fotogrammi fissi: una scelta forse necessaria, ma più che discutibile che la rende un'operazione grossolana e decisamente trascurabile. L'unico motivo che spingerebbe qualcuno a guardare questa pellicola sconclusionata è proprio la presenza di River Phoenix, ma anche lo spettatore meno smaliziato riconoscerebbe che da questo lavoro non esce bene né la sua recitazione né il lavoro del regista, il quale sembra cavalcare una sospetta e ambigua nostalgia che sa tanto di operazione commerciale bella e buona, per di più producendola in crowdfunding. La famiglia, ovviamente, non ha dato il suo consenso. Imbarazzante.