Svegliatasi da un incubo, una ragazza (Adrienne Barrett) si alza dal letto del misero albergo in cui stava dormendo e prende un coltello a serramanico. Esce dall'hotel e incontra una serie di curiosi personaggi. Ma, forse, è soltanto un altro sogno.

Un ottimo film dimenticato dagli annali della storia del cinema, Dementia è l'unico lungometraggio firmato dal misterioso John Parker, ed è uno degli “invisibili” più interessanti e suggestivi del cinema americano degli anni Cinquanta. Completamente muto, il film mescola generi differenti con perfetto equilibrio: dal noir al thriller, passando per l'espressionismo tedesco degli anni Venti. È un incubo a occhi aperti in cui si racconta la progressiva discesa nella follia di una donna senza nome, messa in scena tramite una sorta di soggettiva torrenziale che porta a un estremo coinvolgimento emotivo e, perfino, all'immedesimazione. Traumi e ferite mai rimarginate fanno da motore a un film dall'atmosfera angosciosa e dal forte spessore psicanalitico. Ottima colonna sonora che copre l'assenza di dialoghi. Realizzato nel 1953, vide il buio delle sale soltanto nel 1955, al termine di una lunga serie di tagli delle sequenze più impressionanti. Conosciuto anche come Daughter of Horror
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