
Pasolini, un delitto italiano
Durata
100
Formato
Regista
Roma, 2 novembre 1975: il cadavere di Pier Paolo Pasolini viene rinvenuto al Lido di Ostia. Accusato del delitto è Pino Pelosi (Carlo De Filippi), un diciassettenne sbandato abbordato dallo scrittore, ma gli avvocati Guido Calvi (Claudio Bigagli) e Nino Marazzita (Giulio Scarpati) sospettano un'aggressione di gruppo.
Marco Tullio Giordana, anche sceneggiatore con Sandro Petraglia e Stefano Rulli, si ispira a Vita di Pasolini di Enzo Siciliano e mette in scena l'asciutto ed essenziale resoconto di uno dei casi più controversi della cronaca italiana. Evidenziando l'atmosfera opprimente degli anni '70, in cui tutto inevitabilmente si legava alla politica, e l'ottusità nei confronti del “diverso” per eccellenza (Pasolini era critico, contestatore e omosessuale), il regista riesce a smascherare ipocrisie e ambiguità, indipendentemente dal verdetto di un processo più simile a una farsa. Le intenzioni sono ammirevoli, lo stile è altalenante (il rigore tecnico va di pari passo a quello strutturale e rischia la freddezza e l'eccesso di didascalismo) e il cast non sempre funzionale (Bigagli e Scarpati non riescono a dare lo spessore necessario ai loro personaggi): in ogni caso, un buon film di denuncia. Nicoletta Braschi è Graziella, cugina di Pasolini. Cameo di Adriana Asti (l'insegnante che legge agli studenti uno scritto pasoliniano), in seguito nel cast di Pasolini (2014) di Abel Ferrara.
Marco Tullio Giordana, anche sceneggiatore con Sandro Petraglia e Stefano Rulli, si ispira a Vita di Pasolini di Enzo Siciliano e mette in scena l'asciutto ed essenziale resoconto di uno dei casi più controversi della cronaca italiana. Evidenziando l'atmosfera opprimente degli anni '70, in cui tutto inevitabilmente si legava alla politica, e l'ottusità nei confronti del “diverso” per eccellenza (Pasolini era critico, contestatore e omosessuale), il regista riesce a smascherare ipocrisie e ambiguità, indipendentemente dal verdetto di un processo più simile a una farsa. Le intenzioni sono ammirevoli, lo stile è altalenante (il rigore tecnico va di pari passo a quello strutturale e rischia la freddezza e l'eccesso di didascalismo) e il cast non sempre funzionale (Bigagli e Scarpati non riescono a dare lo spessore necessario ai loro personaggi): in ogni caso, un buon film di denuncia. Nicoletta Braschi è Graziella, cugina di Pasolini. Cameo di Adriana Asti (l'insegnante che legge agli studenti uno scritto pasoliniano), in seguito nel cast di Pasolini (2014) di Abel Ferrara.