Drag Me to Hell
Drag Me to Hell
Durata
99
Formato
Regista
Christine (Alison Lohman) lavora come impiegata in banca. Si rifiuta di concedere una proroga di pagamento a un'anziana megera, che la maledice facendola perseguitare da un demone.
Drag me to Hell rappresenta un ritorno alle origini per Sam Raimi, che, dopo aver sperimentato thriller, drammi sportivi e film sui supereroi, torna a cimentarsi con il genere horror. Lo stile prescelto è quello già utilizzato per La casa (1981), con tensione e paura espresse sotto forma di splatter, volutamente grottesco, e alcune sequenze esagerate al limite tra lo spavento e la risata. Il modus operandi di Raimi non è mai cambiato e resta sempre improntato sull'ironia. Non tutti gli ingredienti sono al posto giusto (troppo grossolane alcune scelte visive) ma il film è un raro esempio di “horror sulla crisi economica” e la sua riflessione, pur mediata dalle logiche del genere, è tutt'altro che banale.
Drag me to Hell rappresenta un ritorno alle origini per Sam Raimi, che, dopo aver sperimentato thriller, drammi sportivi e film sui supereroi, torna a cimentarsi con il genere horror. Lo stile prescelto è quello già utilizzato per La casa (1981), con tensione e paura espresse sotto forma di splatter, volutamente grottesco, e alcune sequenze esagerate al limite tra lo spavento e la risata. Il modus operandi di Raimi non è mai cambiato e resta sempre improntato sull'ironia. Non tutti gli ingredienti sono al posto giusto (troppo grossolane alcune scelte visive) ma il film è un raro esempio di “horror sulla crisi economica” e la sua riflessione, pur mediata dalle logiche del genere, è tutt'altro che banale.