Doctor Strange nel Multiverso della Follia
Doctor Strange in the Multiverse of Madness
Durata
126
Formato
Regista
Tormentato da sogni sempre più realistici, Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) si troverà ad affrontare l'immensità del Multiverso, un concetto di cui si sa ancora poco. Per aiutare una ragazza capace di muoversi tra le varie dimensioni, Strange chiederà una mano a Wanda (Elizabeth Olsen) senza sapere che proprio l’ex Avenger potrebbe rivelarsi il suo peggior nemico…
Sei anni dopo il film di Scott Derrickson, Doctor Strange torna protagonista assoluto di un prodotto del Marvel Cinematic Universe dopo le numerose apparizioni nei lungometraggi degli Avengers e nel di poco precedente Spider-Man: No Way Home. Se nella prima parte il film fatica un po’ a carburare e si sentono alcuni passaggi “convenzionali” del Marvel Cinematic Universe, col proseguire dei minuti c’è un vero e proprio co-protagonista che prende il sopravvento: Sam Raimi. Il regista, che aveva innovato il cinecomic con la sua trilogia di Spider-Man all’inizio del Nuovo Millennio, riesce miracolosamente a far sentire il suo tocco in maniera fortissima, spingendo efficacemente sul versante del fanta-horror e dell’ironia con rimandi che vanno direttamente alla trilogia de La casa (e non solo per il divertente cameo di Bruce Campbell). Ambizioso da un punto di vista narrativo, pur con qualche didascalismo di troppo, e spettacolare esteticamente, Doctor Strange nel Multiverso della Follia è uno dei prodotti più coraggiosi del Marvel Cinematic Universe, capace di mantenere la sua vena commerciale associandola alle necessità di un regista libero e anarchico come Raimi. In questo film di streghe e morti viventi c’è spazio per diverse scene psichedeliche di grande impatto visivo, aiutate anche dall’ottima colonna sonora di Danny Elfman. Il risultato è un’operazione curiosa e affascinante in tutte le fasi della lavorazione, che conferma la creatività della Marvel e l’efficacia dei personaggi in scena. Da non perdere la simpatica sequenza post-credits che ci dice molto dello spirito con cui Raimi ha approcciato questa operazione.
Sei anni dopo il film di Scott Derrickson, Doctor Strange torna protagonista assoluto di un prodotto del Marvel Cinematic Universe dopo le numerose apparizioni nei lungometraggi degli Avengers e nel di poco precedente Spider-Man: No Way Home. Se nella prima parte il film fatica un po’ a carburare e si sentono alcuni passaggi “convenzionali” del Marvel Cinematic Universe, col proseguire dei minuti c’è un vero e proprio co-protagonista che prende il sopravvento: Sam Raimi. Il regista, che aveva innovato il cinecomic con la sua trilogia di Spider-Man all’inizio del Nuovo Millennio, riesce miracolosamente a far sentire il suo tocco in maniera fortissima, spingendo efficacemente sul versante del fanta-horror e dell’ironia con rimandi che vanno direttamente alla trilogia de La casa (e non solo per il divertente cameo di Bruce Campbell). Ambizioso da un punto di vista narrativo, pur con qualche didascalismo di troppo, e spettacolare esteticamente, Doctor Strange nel Multiverso della Follia è uno dei prodotti più coraggiosi del Marvel Cinematic Universe, capace di mantenere la sua vena commerciale associandola alle necessità di un regista libero e anarchico come Raimi. In questo film di streghe e morti viventi c’è spazio per diverse scene psichedeliche di grande impatto visivo, aiutate anche dall’ottima colonna sonora di Danny Elfman. Il risultato è un’operazione curiosa e affascinante in tutte le fasi della lavorazione, che conferma la creatività della Marvel e l’efficacia dei personaggi in scena. Da non perdere la simpatica sequenza post-credits che ci dice molto dello spirito con cui Raimi ha approcciato questa operazione.