Encounter

Il decorato marine Malik Khan crede che dei parassiti alieni si stiano impadronendo del corpo e della mente degli esseri umani. Decide quindi di prendere i suoi figli, Jay and Bobby, dalla casa in cui vivono con la madre, per fuggire verso un luogo più sicuro.

Dopo aver attirato su di sé l’interesse con il suo film d’esordio Beast (2017), il quale gli permise di vincere anche un BAFTA Film Award per il miglior debutto di un regista inglese, Michael Pearce si inserisce, con Encounter, nella lunga tradizione di film “on the road”, dove viene messo in scena un costante dialogo tra adulti e bambini o, più genericamente, tra passato e futuro. Il viaggio di Malik (Riz Ahmed) e i suoi figli (Lucian-River Chauhan e Aditya Geddada) vede però l’aggiunta di un elemento sci-fi del tutto superfluo rispetto al vero nucleo tematico dell’opera: i parassiti alieni che inizialmente catalizzano l’attenzione dello spettatore, durante il corso del viaggio, prendono la più concreta forma dei demoni interiori che emergono dal turbolento passato nelle forze dei marines del nostro protagonista, la quale, nel fuggire da questi ricordi, mette in serio pericolo il futuro di coloro che ama di più. Nonostante l’ottima interpretazione di Riz Ahmed sia fondamentale nel rendere il dramma di questa famiglia il più teso e reale possibile, la sua evoluzione risulta però piuttosto lineare e prevedibile. Il film quindi, a causa di una ricerca eccessiva di tensione e azione, si allontana e non approfondisce quel dialogo generazionale il quale, oltre ad essere un efficace strumento per coinvolgere il pubblico, poteva rappresentare il valore aggiunto di un’opera che, senza di esso, sembra peccare di superficialità.