The Exorcism of Emily Rose
The Exorcism of Emily Rose
Durata
119
Formato
Regista
Padre Moore (Tom Wilkinson) è arrestato con l'accusa di aver involontariamente provocato la morte della giovane Emily Rose (Jennifer Carpenter) durante un esorcismo. La difesa è affidata all'agguerrito avvocato Erin Bruner (Laura Linney), che sarà costretta, nel corso del processo, a smussare le proprie rigide convinzioni laiche.
Scott Derrickson si ispira a L'esorcista (1973) di William Friedkin per riportare in auge il cosiddetto “horror demoniaco” (creando, in effetti, una serie di epigoni che invaderanno il grande schermo negli anni a venire). Ambizioni altissime (la lotta tra il Bene e il Male, il martirio vissuto come iter di formazione e rinascita spirituale, le dissertazioni teologiche sul ruolo di Dio nella quotidianità), ma il risultato è presuntuosetto e francamente logorante: la sceneggiatura (firmata dal regista con Paul Harris Boardman), costellata da dialoghi seriosi e impacciati, cade presto nel ridicolo involontario. Verboso, statico (nonostante i numerosi flashback) e forzato nell'intento di contaminare i generi (lo sviluppo in stile thriller, gli inserti drammatici inerenti al conflitto spirituale di padre Moore). La cura formale, in ogni caso, è apprezzabile; e il cast si impegna a fornire performance convincenti (con menzione d'onore per la brava Jennifer Carpenter). Ispirato al vero esorcismo della tedesca Anneliese Michel. Musiche di Christopher Young.
Scott Derrickson si ispira a L'esorcista (1973) di William Friedkin per riportare in auge il cosiddetto “horror demoniaco” (creando, in effetti, una serie di epigoni che invaderanno il grande schermo negli anni a venire). Ambizioni altissime (la lotta tra il Bene e il Male, il martirio vissuto come iter di formazione e rinascita spirituale, le dissertazioni teologiche sul ruolo di Dio nella quotidianità), ma il risultato è presuntuosetto e francamente logorante: la sceneggiatura (firmata dal regista con Paul Harris Boardman), costellata da dialoghi seriosi e impacciati, cade presto nel ridicolo involontario. Verboso, statico (nonostante i numerosi flashback) e forzato nell'intento di contaminare i generi (lo sviluppo in stile thriller, gli inserti drammatici inerenti al conflitto spirituale di padre Moore). La cura formale, in ogni caso, è apprezzabile; e il cast si impegna a fornire performance convincenti (con menzione d'onore per la brava Jennifer Carpenter). Ispirato al vero esorcismo della tedesca Anneliese Michel. Musiche di Christopher Young.