
Fa' la cosa sbagliata
The Wackness
Durata
99
Formato
Regista
Luke Shapiro (Josh Peck) è un giovane spacciatore di marijuana che sta vivendo un periodo di profonda depressione. Si farà aiutare da un suo cliente, lo psicanalista Jeffrey Squires (Ben Kingsley): tra i due nasce un bel legame, ma Luke si dimostra presto interessato anche alla figliastra (Olivia Thirlby) del suo nuovo amico.
Per il suo secondo lungometraggio, Jonathan Levine punta molto sull'ambientazione: siamo a New York nel 1994, e nel film si respira un'aria malinconica che rende più interessante un soggetto che non ha molte cartucce da sparare. Nelle strade della Grande Mela si annusano i profumi della marijuana e si ascolta musica hip hop, mentre due persone come tante s'incontrano e provano a superare insieme il reciproco momento di difficoltà. La sceneggiatura si regge su situazioni viste e riviste, divenute ormai banali luoghi comuni nei film di formazione, ma si nota la passione e la sensibilità con cui Levine tratteggia i suoi personaggi e la metropoli in cui è nato. Meno leggero di quanto possa apparire inizialmente, è un film che lascia dietro di sé una scia nostalgica e capace di toccare corde piuttosto profonde. Peccato che le ingenuità narrative siano troppe e non permettano alla pellicola di raggiungere chissà quali risultati. Il titolo italiano si rifà a un'operazione di ben altro spessore e con cui non ha nulla da spartire: Fa' la cosa giusta (1989) di Spike Lee.
Per il suo secondo lungometraggio, Jonathan Levine punta molto sull'ambientazione: siamo a New York nel 1994, e nel film si respira un'aria malinconica che rende più interessante un soggetto che non ha molte cartucce da sparare. Nelle strade della Grande Mela si annusano i profumi della marijuana e si ascolta musica hip hop, mentre due persone come tante s'incontrano e provano a superare insieme il reciproco momento di difficoltà. La sceneggiatura si regge su situazioni viste e riviste, divenute ormai banali luoghi comuni nei film di formazione, ma si nota la passione e la sensibilità con cui Levine tratteggia i suoi personaggi e la metropoli in cui è nato. Meno leggero di quanto possa apparire inizialmente, è un film che lascia dietro di sé una scia nostalgica e capace di toccare corde piuttosto profonde. Peccato che le ingenuità narrative siano troppe e non permettano alla pellicola di raggiungere chissà quali risultati. Il titolo italiano si rifà a un'operazione di ben altro spessore e con cui non ha nulla da spartire: Fa' la cosa giusta (1989) di Spike Lee.