Lascia perdere, Johnny!
Durata
104
Formato
Regista
Fausto Ciaramella (Antimo Merolillo), detto "Johnny", è un musicista in cerca di occupazione per evitare il servizio militare. Dopo varie peripezie con un gruppo musicale di poco successo, decide di affidarsi a un losco impresario, Raffaele Niro (Ernesto Mahieux). Ma il mondo dello spettacolo è pieno zeppo di luci e ombre.
Non è il primo film firmato da Fabrizio Bentivoglio, che aveva già diretto Tipota (1999), un film sull'integrazione musicato dagli Avion Travel. È così che nasce il sodalizio con il gruppo, che firma anche la colonna sonora di questa pellicola ispirata alla vita di Fausto Mesolella, chitarrista della stessa band. Il film è un viaggio di formazione musicale, trasposto con un bel lavoro sui personaggi, finemente scritti in modo da risultare il più possibile accattivanti, spigliati, coinvolgenti e tridimensionali. La pellicola però ha altrettanti punti deboli, a partire da una sceneggiatura che non ha un ritmo costante e indugia su passaggi non rilevanti, costringendo le dinamiche narrative a uno scatto veloce sul finale, frettoloso e meno efficace delle prime battute. L'atmosfera onirica della seconda parte ha buoni spunti ma non abbastanza voglia (e/o capacità) di osare fino in fondo. Comprimari azzeccati, ma disegno complessivo un po' fragile.
Non è il primo film firmato da Fabrizio Bentivoglio, che aveva già diretto Tipota (1999), un film sull'integrazione musicato dagli Avion Travel. È così che nasce il sodalizio con il gruppo, che firma anche la colonna sonora di questa pellicola ispirata alla vita di Fausto Mesolella, chitarrista della stessa band. Il film è un viaggio di formazione musicale, trasposto con un bel lavoro sui personaggi, finemente scritti in modo da risultare il più possibile accattivanti, spigliati, coinvolgenti e tridimensionali. La pellicola però ha altrettanti punti deboli, a partire da una sceneggiatura che non ha un ritmo costante e indugia su passaggi non rilevanti, costringendo le dinamiche narrative a uno scatto veloce sul finale, frettoloso e meno efficace delle prime battute. L'atmosfera onirica della seconda parte ha buoni spunti ma non abbastanza voglia (e/o capacità) di osare fino in fondo. Comprimari azzeccati, ma disegno complessivo un po' fragile.