Loro chi?
Durata
95
Formato
Regista
David (Edoardo Leo) sta per fare il grande salto di carriera, presentando un brevetto che gli garantirà un aumento di stipendio e di prestigio nella sua società. Alla vigilia del debutto, però, incontra Marcello (Marco Giallini), un esuberante personaggio che lo invita a bere con due belle ragazze: il giorno dopo, David si sveglia e ha perso tutto. Disperato, si metterà alle calcagna del truffatore.
Commedia agrodolce che si propone di rinverdire i fasti della tradizione italiana (basi pensare a Il sorpasso di Dino Risi, 1960), Loro chi? deve gran parte della sua efficacia a un Giallini istrionico e in gran forma. Se da un lato è apprezzabile il coraggio di sondare il terreno scivoloso del mondo della truffa, sempre a rischio agiografico dell’antieroe, dall’altro è evidente che certo cinema italiano, vuoi per motivi di budget ma anche di mentalità, non riesce a risollevarsi dall’estetica televisiva che indebolisce non poco l’intento iniziale. Anche il co-protagonista Edoardo Leo non brilla, specie al confronto con Giallini, e nel complesso il tutto mostra buone potenzialità inespresse, limitate da un copione che funziona soltanto nella prima parte. Il risultato è una pellicola che, va detto, si discosta dalla media italiana della commedia superficiale, senza però riuscire a centrare gli ambiziosi obiettivi di partenza.
Commedia agrodolce che si propone di rinverdire i fasti della tradizione italiana (basi pensare a Il sorpasso di Dino Risi, 1960), Loro chi? deve gran parte della sua efficacia a un Giallini istrionico e in gran forma. Se da un lato è apprezzabile il coraggio di sondare il terreno scivoloso del mondo della truffa, sempre a rischio agiografico dell’antieroe, dall’altro è evidente che certo cinema italiano, vuoi per motivi di budget ma anche di mentalità, non riesce a risollevarsi dall’estetica televisiva che indebolisce non poco l’intento iniziale. Anche il co-protagonista Edoardo Leo non brilla, specie al confronto con Giallini, e nel complesso il tutto mostra buone potenzialità inespresse, limitate da un copione che funziona soltanto nella prima parte. Il risultato è una pellicola che, va detto, si discosta dalla media italiana della commedia superficiale, senza però riuscire a centrare gli ambiziosi obiettivi di partenza.