La diciassettenne Jessica (Mathilde Bundschuh), capelli viola e grande talento nel disegno, vive emarginata ed estranea alla quotidianità dei coetanei. Realtà e fantasia si confonderanno, stravolgendo la vita della ragazza.



Curiosa pellicola della regista italo-finlandese Anne Riitta Ciccone che opta per una commistione tra horror e fantascienza, oltre che su un superfluo 3D, per raccontare l’universo mentale di un’adolescente. La trama sa molto di già visto (con la classica situazione della teenager problematica, che potrebbe finire in una scuola pronta a legittimare il suo talento) e l’autrice punta così sull’apparato visivo, sicuramente ambizioso ma solo raramente suggestivo come vorrebbe essere. Inserito tra le Proiezioni speciali delle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia 2017 è un film che spiazza soltanto per la rappresentazione di un mondo “altro”, simile e diverso allo stesso tempo dal nostro. Grossolana la sceneggiatura che opta per dialoghi scritti di fretta, e anche la costruzione dei personaggi ne risente (quello di Barbora Bobulova, in primis). Cast debole e messinscena spesso inutilmente sopra le righe. Un film tranquillamente evitabile.
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