La morte cammina con i tacchi alti

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105

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Parigi. Un ladro di diamanti viene assassinato su un treno nel tentativo di sottrargli l'inestimabile refurtiva. Poco tempo dopo, la figlia Nicole (Susan Scott), aggredita per cercare di farle confessare dove fossero i preziosi, sospetta che il colpevole della macchinazione sia il fidanzato Michel (Simón Andreu). Decide allora di fuggire insieme al dottore inglese Robert Matthews (Frank Wolff). La situazione si complicherà ulteriormente.

Thriller morbosetto sulla sensualità del corpo femminile e la brama di denaro che, tra voyeurismo ed effimera provocazione soft-core, mette in risalto le grazie della bellissima (e inespressiva) Susan Scott, volto noto dei B-movie italiani del periodo. Gli spettacoli delle spogliarelliste e le patinate effusioni tra Robert e Nicole sono funzionali a un intreccio contorto ma confezionato degnamente. La suspense latita, il brodo è allungato a dismisura e la sensazione è che la metà dei personaggi sia totalmente inutile, ma non si può pretendere troppo. Una delle decine di pellicole di genere, dal titolo suggestivo, del biennio '71-'72 che venivano lanciate come cult di spavento e che, in realtà, spesso conciliavano il sonno. Belle musiche di Stelvio Cipriani con la voce di Nora Orlandi.
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