Franco (Diego Abatantuono), appena licenziato dall'allevamento per cui ha lavorato per diversi anni, non vedendo riconosciuti i suoi diritti, decide di rubare Corinto, il toro campione nell'inseminazione artificiale. Facendosi aiutare da Loris (Roberto Citran), attraversa l'Europa per andare in Romania a vendere l'animale. Durante il viaggio, i due avranno modo di confrontarsi con culture diverse.

Commedia amarissima, a tratti drammatica, che trova uno dei suoi punti di forza nell'originalità del soggetto. Dopo Un'altra vita (1992), Mazzacurati ambienta un'altra pellicola nell'Europa dell'Est, ma stavolta sono gli italiani a cercare un'opportunità per cambiare la propria vita in quelle terre. Il regista affronta i temi sociali di maggiore attualità, con semplicità e consapevolezza, non rinunciando a mostrare la realtà post-comunista, in cui si cerca di trovare un nuovo equilibrio ma non si è ancora pronti a rinunciare alle regole del passato. L'ambiente freddo e ostile è reso efficacemente anche dai toni metallici della fotografia di Alessandro Pesci. Manca però un po' di mordente e i tanti argomenti messi in campo potevano essere approfonditi con maggiore spessore. Gli interpreti però sono in parte e, complessivamente, risulta solida anche la sceneggiatura di Mazzacurati, Umberto Contarello, Stefano Rulli e Sandro Petraglia. Musiche di Ivano Fossati. Presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, dove si aggiudicò il Leone d'argento e la Coppa Volpi per il miglior attore (Roberto Citran).
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