L'ora legale
Durata
90
Formato
Regista
A Pietrammare, un paesino della Sicilia, vivono Salvo (Salvatore Ficarra) e Valentino (Valentino Picone), due cognati che gestiscono un chiosco sulla piazza principale. Il momento delle elezioni per il nuovo sindaco si avvicina: al primo cittadino in carica, corrotto e maneggione, si oppone l’integerrimo Pierpaolo Natoli (Vincenzo Amato), marito della sorella di Valentino, deciso a proporre un cambiamento radicale in favore dell’etica e del senso civico. I cittadini di Pietrammare, a sorpresa, lo eleggono nuovo sindaco, ma rispettare le regole e la legalità sarà più facile a dirsi che a farsi.
Quinto film diretto dal duo comico Ficarra e Picone, L’ora legale è probabilmente il miglior risultato che abbiano mai firmato in carriera. Un prodotto godibile, capace di rappresentare senza troppi giri di parole un’Italia ingovernabile, in cui chi chiede il rispetto delle regole da parte degli altri possa continuare a fare i propri comodi. Su questo spunto il film poteva anche essere più graffiante e non perdersi in qualche ingenuità di troppo, ma la panoramica sul paesino siciliano è credibile e pone più di un interrogativo su quale Italia vorrebbero davvero i cittadini. La critica del film, seppur non sempre centrata fino in fondo, più che sulla classe politica è diretta alle persone comuni, non troppo diverse da quei politici con cui tanto se la prendono. Superiore alla media dei prodotti italiani del genere, nonostante diverse cadute (anche) di ritmo nella seconda parte, è un esempio di commedia capace di fare discretamente bene il suo dovere.
Quinto film diretto dal duo comico Ficarra e Picone, L’ora legale è probabilmente il miglior risultato che abbiano mai firmato in carriera. Un prodotto godibile, capace di rappresentare senza troppi giri di parole un’Italia ingovernabile, in cui chi chiede il rispetto delle regole da parte degli altri possa continuare a fare i propri comodi. Su questo spunto il film poteva anche essere più graffiante e non perdersi in qualche ingenuità di troppo, ma la panoramica sul paesino siciliano è credibile e pone più di un interrogativo su quale Italia vorrebbero davvero i cittadini. La critica del film, seppur non sempre centrata fino in fondo, più che sulla classe politica è diretta alle persone comuni, non troppo diverse da quei politici con cui tanto se la prendono. Superiore alla media dei prodotti italiani del genere, nonostante diverse cadute (anche) di ritmo nella seconda parte, è un esempio di commedia capace di fare discretamente bene il suo dovere.