Una lunga e tormentata storia d’amore, raccontata attraverso i ricordi del ragazzo (Luca Marinelli) e della ragazza (Linda Caridi) che l’hanno vissuta e che continuano, in qualche modo e da qualche parte dentro di loro, a cullarla, in turbinio di stati d’animo, prospettive, colori e sensazioni.

A quasi dieci anni di distanza dall’esordio Dieci inverni (2009), Valerio Mieli torna dietro la macchina da presa per raccontare un’altra love story, ma il piglio è molto più ricercato del film precedente, quasi come se il regista avesse voluto realizzarne una versione più estrema, lussureggiante e stimolante sotto il profilo visivo e sensoriale. Il risultato, tuttavia, è un prodotto purtroppo eccessivamente fragile e sbalestrato, manierista e pretenzioso, che muove dalla premessa interessante di cercare di restituire la frammentazione intrinseca e la natura fallace dei ricordi attraverso gli strumenti infiniti e infinitesimali del cinema. Sotto la superficie altisonante, però, abbondano forzature e incongruenze, scene approssimative e inutilmente sciatte e/o strillate, in cui si fa fatica a empatizzare e a trovare un filo conduttore anche minimo, al di là della patina intellettuale dell’operazione. Troppo rigidi e monolitici anche i personaggi, dal malinconico e pensoso ragazzo (senza nome) di Marinelli alla più luminosa giovane donna di Linda Caridi (anche lei innominata), anche se la direzione degli attori è un più di un’occasione foriera di scene intime e spunti interessanti, a conferma del talento che Mieli aveva lasciato intravedere nella sua opera prima con la coppia Isabella Ragonese - Michele Riondino. Notevole (e tutta da scoprire) anche l’intuizione audiovisiva che caratterizza gli ultimissimi minuti, proprio sui titoli di coda, ma ormai è troppo tardi. Ad ogni modo, e al di là di tutti i limiti, rimane stagliato in primo piano, necessariamente da segnalare, il coraggio produttivo di un’operazione che prova a rifare in chiave italiana il cinema ultimo e tardo di Terrence Malick, con esiti però altrettanto deludenti. Presentato nella sezione Giornate degli Autori alla Mostra del cinema di Venezia 2018.
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