Shayda
Shayda
Durata
117
Formato
Regista
Shayda (Zar Amir-Ebrahimi) è una donna iraniana molto coraggiosa, madre di una bimba di sei anni, Mona (Selina Zahednia). La donna si trova in Australia, dove è costretta a mettersi alla ricerca di una casa di accoglienza, dopo aver subito violenze domestiche. Lei e sua figlia sono fuggite dal marito Hossein (Osamah Sami), padre della bambina, restando in un rifugio segreto per donne per diverso tempo.
Parte da un tema importantissimo e poco trattato Shayda, potente opera prima ispirato alle esperienze personali della regista Noora Niasari. Figura anche Cate Blanchett tra i produttori di questo ritratto intimo e suggestivo, che parla di coraggio e resilienza con coraggio invidiabile e grande maturità espressiva. Non sembra infatti un esordio quello di Niasari, nonostante si possa trovare qualche passaggio un po’ acerbo e ridondante nella parte centrale: fatta eccezione per questi piccoli limiti, Shayda sembra una pellicola girata da una mano già molto matura, tanto è capace di scuotere e di coinvolgere il pubblico a più livelli. Tra momenti delicati e intimi, alternati a passaggi brutali e inquietanti, il film è una girandola di emozioni e sensazioni, capace di rimanere impresso a lungo al termine della visione. Menzione speciale per la grande interpretazione di Zar Amir Ebrahimi e per la capacità del copione di apparire totalmente universale e in grado di raccontare situazioni femminili di ogni latitudine. Vincitore dell’Audience Award al Sundance Film Festival e scelto come film di chiusura del Locarno Film Festival.
Parte da un tema importantissimo e poco trattato Shayda, potente opera prima ispirato alle esperienze personali della regista Noora Niasari. Figura anche Cate Blanchett tra i produttori di questo ritratto intimo e suggestivo, che parla di coraggio e resilienza con coraggio invidiabile e grande maturità espressiva. Non sembra infatti un esordio quello di Niasari, nonostante si possa trovare qualche passaggio un po’ acerbo e ridondante nella parte centrale: fatta eccezione per questi piccoli limiti, Shayda sembra una pellicola girata da una mano già molto matura, tanto è capace di scuotere e di coinvolgere il pubblico a più livelli. Tra momenti delicati e intimi, alternati a passaggi brutali e inquietanti, il film è una girandola di emozioni e sensazioni, capace di rimanere impresso a lungo al termine della visione. Menzione speciale per la grande interpretazione di Zar Amir Ebrahimi e per la capacità del copione di apparire totalmente universale e in grado di raccontare situazioni femminili di ogni latitudine. Vincitore dell’Audience Award al Sundance Film Festival e scelto come film di chiusura del Locarno Film Festival.