In seguito all'omicidio di una studentessa francese (Carole André), trovata brutalmente assassinata a Bergamo, tutti gli indizi sembrano portare a un colpevole, ma il sospetto di un errore giudiziario complica le cose.

Thriller made in Italy da esportazione che, oltre a un'improbabile ambizione di critica sociale totalmente fuori luogo, infarcita di spirito di contestazione da quattro soldi, riesce nel non facile compito di vanificare ogni risvolto di suspense con macchinose trovate a effetto e sulfuree false piste. Helmut Berger in stato catatonico, espressivo come un gambo di sedano. Duccio Tessari, discreto artigiano del cinema nostrano, si è dimostrato decisamente più a suo agio nello spaghetti western. Nemmeno quella che poteva essere una suggestiva ambientazione milanese (Piazza San Babila, l'Accademia di Brera) trova una ragione d'essere. Tra i contributi tecnici imbarazzanti, si salva la colonna sonora di Gianni Ferrio.
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