The Swiss Spaghetti Harvest
The Swiss Spaghetti Harvest
Durata
3
Formato
Regista
In Svizzera, nel Canton Ticino, molti campi agricoli sono dedicati alla coltura degli spaghetti. Questo breve documentario ci mostra la lavorazione che porta la pasta più famosa del mondo dalla sua crescita sugli alberi ai nostri piatti quotidiani.
The Swiss Spaghetti Harvest è una pellicola che viene ricordata come l'iniziatrice della corrente del mockumentary, ovvero di quei film di finzione realizzati secondo le regole del cinema fattuale che si prendono gioco dello spettatore. Con lo scopo di dar vita a un pesce d'Aprile (il documentario infatti andò in onda proprio durante tale ricorrenza), Richard Dimbleby rivoluziona il linguaggio cinematografico raccontando un fatto completamente immaginario e surreale che tuttavia, all'epoca, venne assunto per vero proprio a causa della cura stilistica con cui il regista presentò il progetto. Il cortometraggio infatti rispetta tutti i canoni dei documentari prodotti dalla BBC in quel periodo, con inquadrature semplici e un grande impiego della voce di commento. Addirittura, in chiusura d'opera, Dimbleby non citerà nessun attore presente in scena ampliando dunque il senso di veridicità. Senza voler mirare ad alcuna vetta autoriale, la pellicola si dimostra essere un gioco cinefilo perfettamente riuscito e rivoluzionario che darà il via a un nuovo sotto-genere cinematografico fino ad allora mai esplorato e che invece, poco alla volta, prenderà sempre più campo.
The Swiss Spaghetti Harvest è una pellicola che viene ricordata come l'iniziatrice della corrente del mockumentary, ovvero di quei film di finzione realizzati secondo le regole del cinema fattuale che si prendono gioco dello spettatore. Con lo scopo di dar vita a un pesce d'Aprile (il documentario infatti andò in onda proprio durante tale ricorrenza), Richard Dimbleby rivoluziona il linguaggio cinematografico raccontando un fatto completamente immaginario e surreale che tuttavia, all'epoca, venne assunto per vero proprio a causa della cura stilistica con cui il regista presentò il progetto. Il cortometraggio infatti rispetta tutti i canoni dei documentari prodotti dalla BBC in quel periodo, con inquadrature semplici e un grande impiego della voce di commento. Addirittura, in chiusura d'opera, Dimbleby non citerà nessun attore presente in scena ampliando dunque il senso di veridicità. Senza voler mirare ad alcuna vetta autoriale, la pellicola si dimostra essere un gioco cinefilo perfettamente riuscito e rivoluzionario che darà il via a un nuovo sotto-genere cinematografico fino ad allora mai esplorato e che invece, poco alla volta, prenderà sempre più campo.