Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi

Wayne Szalinski (Rick Moranis) è uno strampalato inventore che riesce a far funzionare una macchina capace di rimpicciolire le cose. Ne rimarranno vittima i suoi figli e quelli del suo vicino di casa.

L'esordio dietro la macchina da presa di Joe Johnston è un buon mix tra commedia e fantascienza, prodotto dalla Disney e gradevole sin dai titoli di testa. Uno spassoso racconto in cui l'azione si svolge sostanzialmente in due soli luoghi: quello “a grandezza naturale”, dove il professor Szalinski (un Rick Moranis perfettamente in parte) si destreggia in gag al limite dell'assurdo, e quello divenuto enorme, nel giardino di casa (caratterizzato da formiche giganti e impianti di irrigazione killer). Johnston gestisce tutto con equilibrio, anche grazie a effetti speciali curati e capaci da soli di elevare il tasso di spettacolarità. Non mancano ovviamente una stucchevole morale (tipica dei film Disney) e un'irrinunciabile storia d'amore, ma nel complesso si tratta di un piacevole e divertente prodotto per famiglie. La pellicola è seguita da Tesoro, mi si è allargato il ragazzino (1992).