Cinico e coraggioso fotoreporter di guerra, Mark Walsh (Colin Farrell) rischia la morte in Kurdistan: tornato a casa, non sarà più lo stesso, anche perché oppresso da una tragedia che non riesce a metabolizzare ed esprimere.

Le buone intenzioni erano descrivere il confine sfocato tra diritto di cronaca, opportunismo, sciacallaggio e assuefazione alla violenza e alla morte che caratterizza il rapporto tra i media e la guerra, ma è lo stesso film a peccare di sensazionalismo, rischiando di usare il dramma nella medesima, pruriginosa maniera degli obiettivi che vuole colpire. Danis Tanovic non rinuncia a nessuno dei mezzi, narrativi e stilistici, con cui si banalizza, lavorando sulla superficie e non sulla sostanza, un tema del genere: dall'abuso di ralenti, alla colonna sonora didascalica e opprimente, fino al montaggio isterico, ai casuali inserti onirici e ai pseudo colpi di scena. Lo sguardo del regista è così sfocato sia nella rappresentazione della guerra, sia nell'approfondimento psicologico del protagonista, monodimensionale e superficiale. L'unico personaggio di un certo interesse è “lo studioso dell'animo umano” interpretato da Christopher Lee.
Lascia un tuo commento

Dello stesso regista

Potrebbero interessarti anche

Corsi

Sei un appassionato di cinema?
Non perderti i nostri corsi lorem ipsum dolor


Sei un’azienda, un museo o una scuola?
Abbiamo studiato per te lorem ipsum dolor

Con il tuo account puoi:

Votare i tuoi film preferiti

Commentare i film

Proporre una recensione

Acquistare i nostri corsi

Guardare i webinar gratuiti

Personalizzare la tua navigazione

Filtri - Cerca un Film

Attori
Registi
Genere
Paese
Anno
Cancella
Applica