Afghanistan: sette film per capire la Storia recente del paese
18/08/2021
L'Afghanistan è al centro dell'attenzione globale ed è importante notare come il cinema contemporaneo abbia cercato più volte, negli anni passati, di raccontare la situazione del paese sia dall'interno sia, soprattutto, dall'esterno (Stati Uniti su tutti).
Per comprendere meglio la sua Storia recente consigliamo sette film, accompagnati da alcuni estratti delle nostre recensioni, che possono essere un'ottima chiave per avvicinarsi a tematiche molto delicate e controverse. Per capire la situazione dell'Afghanistan e il ritorno al potere dei Talebani ripartiamo quindi dalle radici di questo movimento integralista (che ha già guidato il Paese dal 1996 al 2001), passando per la guerra scoppiata dopo il coinvolgimento del regime negli attentati di Bin Laden dell'11 settembre e arrivando agli anni più recenti con tutto ciò che ha comportato il conflitto per la popolazione. Ecco di seguito le nostre sette proposte:
I racconti di Parvana di Nora Twomey (2017)
Afghanistan. Dopo che suo padre viene arrestato ingiustamente, la giovanissima Parvana è costretta a fingersi un maschio per poter aiutare la sua famiglia a sopravvivere. Grazie alla sua nuova identità, proverà anche a far uscire il padre dalla galera.
Terzo lungometraggio prodotto dallo studio d’animazione Cartoon Saloon, dopo gli splendidi The Secret of Kells (2009) e La canzone del mare (2014), I racconti di Parvana – The Breadwinner è un film che si distacca in maniera netta dalle tematiche e, in parte minore, dallo stile utilizzati nei due lavori precedenti. Alle favole del folklore irlandese, si sostituisce in questo caso una narrazione che denuncia la condizione delle donne in Afghanistan, le difficoltà di crescere sotto un tale regime e le lotte quotidiane che una famiglia come tante deve compiere per poter sopravvivere. Il film è disponibile su Netflix.
Il cacciatore di aquiloni di Marc Forster (2007)
Amir (Zekeria Ebrahimi) e Hassan (Ahmad Khan Mahmidzada) sono due amici inseparabili, che amano partecipare alla “caccia agli aquiloni”, la competizione principale del quartiere in cui vivono. I due bambini vivono a Kabul, e presto dovranno scontrarsi con il razzismo e con una difficile situazione sociopolitica. Crescendo, si separeranno, e quando Amir (Khalid Abdalla) scoprirà verità sconvolgenti sul loro rapporto, tornerà in Pakistan per cercarlo.
La trasposizione cinematografica di un best seller è sempre molto complessa, soprattutto se si tratta di un romanzo come Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini, sopravvalutato caso letterario mondiale che racconta la situazione mediorientale con gli occhi di due bambini. Il regista Marc Forster riesce a far respirare l'atmosfera di Kabul, tra razzismo, scontri etnici, amicizia, amore, sogni (infranti) e fughe obbligate.
Viaggio a Kandahar di Mohsen Makhmalbaf (2001)
1999. Nafas (Nelofer Pazira), giornalista afghana che vive in Canada, torna nel Paese natale occupato dai talebani, per ritrovare la sorella che vuole suicidarsi durante l'ultima eclisse del secolo. Nafas ha solo tre giorni di tempo per raggiungerla a Kandahar e intraprende un viaggio durissimo, tra la povertà dilagante e donne coperte dal burqa, costrette alla cancellazione della propria identità.
Poco prima dell'11 settembre e dell'intervento americano in Afghanistan, Mohsen Makhmalbaf ci porta tra le rovine di una nazione devastata e soffocata da un regime oscurantista, prendendo spunto da un episodio realmente accaduto a Nelofer Pazira (attrice, cineasta e giornalista afghana residente in Canada).
Alle cinque della sera di Samira Makhmalbaf (2005)
Nell'Afghanistan appena liberato dal regime talebano, la vita è ancora durissima, soprattutto per le donne che pure cercano di emanciparsi dal burqa e da tradizioni dure a morire. Nogreh (Agheleh Rezaie) frequenta la scuola nonostante il parere contrario del padre integralista (Abdolgani Yousefrazi) e sogna addirittura di diventare il primo Presidente donna del Paese.
Al suo terzo lungometraggio, Samira Makhmalbaf sembra riprendere le fila del discorso avviato dal padre cineasta Mohsen nel suo Viaggio a Kandahar (2001). Là si denunciava il dramma delle donne afghane sotto la dittatura, qui si riflette sul post e sui primi barlumi di cambiamento (tutti al femminile), destinati purtroppo a restare un'utopia, a soffiare nel vento come i versi di Federico Garcia Lorca sussurrati al nulla del deserto.
Fahrenheit 9/11 di Michael Moore (2004)
In seguito all'attentato dell'11 settembre 2001, il documentarista Michael Moore prova a spiegare i motivi per cui l'America è finita nel mirino dei terroristi, analizzando il legame che corre tra George W. Busch e Osama Bin Laden, e soffermandosi su come il presidente degli Stati Uniti abbia strumentalizzato l'attacco per scopi politici.
Dopo il sorprendente Bowling a Columbine (2002), Michael Moore torna dietro la macchina da presa per realizzare un altro documentario decisamente scomodo e dai toni più accesi. Fahrenheit 9/11 è un lavoro incentrato su una sorta di propaganda contro il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, vero protagonista della pellicola. Il regista lascia meno spazio a se stesso, utilizzando in gran parte il commento fuori campo e riducendo al minimo le scene in cui appare in prima persona (una novità rispetto ai suoi lavori precedenti).
Leoni per agnelli di Robert Redford (2007)
Un professore di scienze politiche (Robert Redford) cerca di convincere il suo miglior studente (Andrew Garfield) a impegnarsi di più; un senatore repubblicano (Tom Cruise) concede in esclusiva a una giornalista (Meryl Streep) un'intervista in cui annuncia una nuova strategia militare in Afghanistan; due soldati (Michael Peña e Derek Luke) si ritrovano dispersi su una montagna durante la prima missione dell'appena annunciato nuovo corso.
Un'ora e mezza di una mattina qualunque nell'America di George W. Bush, un paese di leoni governato da agnelli: tre storie viste in contemporanea, intrecciate nel profondo quanto giustapposte in superficie per raccontare gli Stati Uniti della guerra al terrorismo post 11 settembre.
Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow (2012)
Cronaca della caccia a Osama Bin Laden da parte della Cia, dal 2001 al 2011. La sua cattura diventa la missione personale della talentuosa agente Maya Lambert (Jessica Chastain). Dopo annose ricerche, spietati interrogatori e operazioni non prive di vittime, l'identificazione del corriere del terrorista porta a scoprire il suo rifugio di Abbottabad.
A quattro anni dal pluripremiato The Hurt Locker (2008), incentrato sulla guerra in Iraq, Kathryn Bigelow torna a confrontarsi con la storia americana contemporanea attraverso un ambizioso progetto messo in cantiere con lo sceneggiatore (e suo compagno) Mark Boal. L'inattesa uccisione del capo di Al Qaeda, avvenuta il 2 maggio 2011, ha costretto la produzione a modificare il plot. Il film si basa sui veri documenti della Cia e il personaggio di Maya è ispirato all'agente che localizzò Bin Laden, la cui identità resta tuttora ignota al pubblico. Il film è disponibile su Amazon Prime Video.
A cura di Andrea Valmori
I racconti di Parvana di Nora Twomey (2017)
Afghanistan. Dopo che suo padre viene arrestato ingiustamente, la giovanissima Parvana è costretta a fingersi un maschio per poter aiutare la sua famiglia a sopravvivere. Grazie alla sua nuova identità, proverà anche a far uscire il padre dalla galera.
Terzo lungometraggio prodotto dallo studio d’animazione Cartoon Saloon, dopo gli splendidi The Secret of Kells (2009) e La canzone del mare (2014), I racconti di Parvana – The Breadwinner è un film che si distacca in maniera netta dalle tematiche e, in parte minore, dallo stile utilizzati nei due lavori precedenti. Alle favole del folklore irlandese, si sostituisce in questo caso una narrazione che denuncia la condizione delle donne in Afghanistan, le difficoltà di crescere sotto un tale regime e le lotte quotidiane che una famiglia come tante deve compiere per poter sopravvivere. Il film è disponibile su Netflix.
Il cacciatore di aquiloni di Marc Forster (2007)
Amir (Zekeria Ebrahimi) e Hassan (Ahmad Khan Mahmidzada) sono due amici inseparabili, che amano partecipare alla “caccia agli aquiloni”, la competizione principale del quartiere in cui vivono. I due bambini vivono a Kabul, e presto dovranno scontrarsi con il razzismo e con una difficile situazione sociopolitica. Crescendo, si separeranno, e quando Amir (Khalid Abdalla) scoprirà verità sconvolgenti sul loro rapporto, tornerà in Pakistan per cercarlo.
La trasposizione cinematografica di un best seller è sempre molto complessa, soprattutto se si tratta di un romanzo come Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini, sopravvalutato caso letterario mondiale che racconta la situazione mediorientale con gli occhi di due bambini. Il regista Marc Forster riesce a far respirare l'atmosfera di Kabul, tra razzismo, scontri etnici, amicizia, amore, sogni (infranti) e fughe obbligate.
Viaggio a Kandahar di Mohsen Makhmalbaf (2001)
1999. Nafas (Nelofer Pazira), giornalista afghana che vive in Canada, torna nel Paese natale occupato dai talebani, per ritrovare la sorella che vuole suicidarsi durante l'ultima eclisse del secolo. Nafas ha solo tre giorni di tempo per raggiungerla a Kandahar e intraprende un viaggio durissimo, tra la povertà dilagante e donne coperte dal burqa, costrette alla cancellazione della propria identità.
Poco prima dell'11 settembre e dell'intervento americano in Afghanistan, Mohsen Makhmalbaf ci porta tra le rovine di una nazione devastata e soffocata da un regime oscurantista, prendendo spunto da un episodio realmente accaduto a Nelofer Pazira (attrice, cineasta e giornalista afghana residente in Canada).
Alle cinque della sera di Samira Makhmalbaf (2005)
Nell'Afghanistan appena liberato dal regime talebano, la vita è ancora durissima, soprattutto per le donne che pure cercano di emanciparsi dal burqa e da tradizioni dure a morire. Nogreh (Agheleh Rezaie) frequenta la scuola nonostante il parere contrario del padre integralista (Abdolgani Yousefrazi) e sogna addirittura di diventare il primo Presidente donna del Paese.
Al suo terzo lungometraggio, Samira Makhmalbaf sembra riprendere le fila del discorso avviato dal padre cineasta Mohsen nel suo Viaggio a Kandahar (2001). Là si denunciava il dramma delle donne afghane sotto la dittatura, qui si riflette sul post e sui primi barlumi di cambiamento (tutti al femminile), destinati purtroppo a restare un'utopia, a soffiare nel vento come i versi di Federico Garcia Lorca sussurrati al nulla del deserto.
Fahrenheit 9/11 di Michael Moore (2004)
In seguito all'attentato dell'11 settembre 2001, il documentarista Michael Moore prova a spiegare i motivi per cui l'America è finita nel mirino dei terroristi, analizzando il legame che corre tra George W. Busch e Osama Bin Laden, e soffermandosi su come il presidente degli Stati Uniti abbia strumentalizzato l'attacco per scopi politici.
Dopo il sorprendente Bowling a Columbine (2002), Michael Moore torna dietro la macchina da presa per realizzare un altro documentario decisamente scomodo e dai toni più accesi. Fahrenheit 9/11 è un lavoro incentrato su una sorta di propaganda contro il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, vero protagonista della pellicola. Il regista lascia meno spazio a se stesso, utilizzando in gran parte il commento fuori campo e riducendo al minimo le scene in cui appare in prima persona (una novità rispetto ai suoi lavori precedenti).
Leoni per agnelli di Robert Redford (2007)
Un professore di scienze politiche (Robert Redford) cerca di convincere il suo miglior studente (Andrew Garfield) a impegnarsi di più; un senatore repubblicano (Tom Cruise) concede in esclusiva a una giornalista (Meryl Streep) un'intervista in cui annuncia una nuova strategia militare in Afghanistan; due soldati (Michael Peña e Derek Luke) si ritrovano dispersi su una montagna durante la prima missione dell'appena annunciato nuovo corso.
Un'ora e mezza di una mattina qualunque nell'America di George W. Bush, un paese di leoni governato da agnelli: tre storie viste in contemporanea, intrecciate nel profondo quanto giustapposte in superficie per raccontare gli Stati Uniti della guerra al terrorismo post 11 settembre.
Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow (2012)
Cronaca della caccia a Osama Bin Laden da parte della Cia, dal 2001 al 2011. La sua cattura diventa la missione personale della talentuosa agente Maya Lambert (Jessica Chastain). Dopo annose ricerche, spietati interrogatori e operazioni non prive di vittime, l'identificazione del corriere del terrorista porta a scoprire il suo rifugio di Abbottabad.
A quattro anni dal pluripremiato The Hurt Locker (2008), incentrato sulla guerra in Iraq, Kathryn Bigelow torna a confrontarsi con la storia americana contemporanea attraverso un ambizioso progetto messo in cantiere con lo sceneggiatore (e suo compagno) Mark Boal. L'inattesa uccisione del capo di Al Qaeda, avvenuta il 2 maggio 2011, ha costretto la produzione a modificare il plot. Il film si basa sui veri documenti della Cia e il personaggio di Maya è ispirato all'agente che localizzò Bin Laden, la cui identità resta tuttora ignota al pubblico. Il film è disponibile su Amazon Prime Video.
A cura di Andrea Valmori