Come regista messicano che fa film a Hollywood, Alfonso Cuarón non è estraneo al tema della diversità. Ma il regista di Roma nutre sentimenti contrastanti verso le recenti nuove regole di inclusione dell'Academy per la nomination a miglior film, due anni dopo che la sua stessa opera era stata candidata.
"Tutti stanno provando a fare cinema comprendendo e includendo il concetto di diversità, il fatto è che non sta avvenendo in modo naturale. Bisogna rispondere a pressioni esterne; è un po' deludente il fatto che si debba passare attraverso regole e imposizioni per cose che dovrebbero far parte di un processo naturale dell'evoluzione sociale. Cosa che ora non sta accadendo".
Cuarón, da canto suo, fa di tutto per sostenere l'inclusione, appoggiando registi con background differenti rispetto al suo: è infatti produttre esecutivo di The Disciple del regista indiano Chaitanya Tamhane, film molto personale e fortemente radicato nella cultura del suo paese di origine, della quale esplora e porta in scena la musica più classica, archetipica e rappresentativa, presentato in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2020. "Cresci seguendo i vecchi maestri, poi arriva un punto in cui entri in contatto coi nuovi. Non stanno solo raccogliendo il testimone, aprono nuove strade per il cinema."
Fonte: IndieWire