Nel futuro immaginato da Richard Morgan – autore del romanzo Bay City, da cui è tratta la serie – gli esseri umani potranno mutare la loro “custodiaâ€, riuscendo a vivere in eterno e a salvare la loro anima dalla morte. Ma potranno farlo solo i ricchi che possono permettersi un backup continuo della propria anima, diventando quindi dei Mat (Matusalemme) e solo a patto che non venga distrutta la pila che permette il salvataggio nella corteccia cerebrale.
Takeshi Kovacs (Joel Kinnaman) non è ricco, è un mercenario, ucciso 250 anni prima dello svolgimento dell’azione, che viene riportato in vita per ordine del ricco Laurens Bancroft (James Purefoy), desideroso di scoprire qualcosa di più sul suo omicidio. Sono quindi molti gli elementi che Netflix concentra nell’episodio pilota di una serie capace di muoversi tra il thriller, il noir e la fantascienza con un ritmo invidiabile e una portata visiva notevole, che lascia ben sperare per i successivi. L’intreccio sembra già porre le basi per alcune sottotrame interessanti che, se venissero sviluppate a dovere, potrebbero sicuramente donare agli spettatori una delle serie migliori dell’anno.
L’asettica e glaciale luce alla Minority Report, una trama noir che può richiamare Blade Runner e una filosofia che riporta alla memoria Matrix: questi sono gli elementi cui sembra ispirarsi la serie – senza fare però paragoni infruttuosi con opere simili – che emergono da una prima ora convincente, dove la fantascienza e l’azione si amalgamano in equilibrio quasi perfetto, portando alla luce riflessioni interessanti sul rapporto tra corpo e anima. O, per meglio dire, su quanto sia il corpo a definire un’esistenza, visto che a quanto pare ci troviamo di fronte a un involucro intercambiabile.
Non manca poi l’accento sulle discrepanze sociali e sulle ingiustizie che tale possibilità ha portato in una società ipertecnologica dove prostituzione, droga, violenza e squilibrio sociale sembrano ancora essere i veri sovrani. Tante domande, tanti interrogativi, sperando che le 9 ore che mancano alla fine della serie non debbano far ricredere su quanto mostrato fino a questo punto.