Regista, sceneggiatore, attore, montatore, produttore e compositore, Jim Jarmusch è una delle personalità più eclettiche e influenti nel panorama artistico americano contemporaneo. Esponente di rilievo assoluto all'interno dell’industria indipendente, accanto al cinema coltiva anche la propria passione per la musica, iniziando nell'ambito della New Wave anni Ottanta. Autore a tutto tondo, ha uno stile minimale fortemente riconoscibile. Ad oggi ha diretto 16 lungometraggi in cui si è cimentato in più generi tra i quali western, horror e documentari.
Rotten Tomatoes, noto aggregatore di recensioni giornalistiche e pareri del pubblico, ha recentemente stilato la classifica dei suoi dieci migliori film, che vi riportiamo di seguito:
10) Taxisti di notte
Un Jarmusch decisamente in tono minore, che non rinuncia a fare un cinema fortemente personale e identitario ma nel quale si fa fatica a riscontrare autentiche ragioni d'interesse al di là della maniera. Jarmusch sembra alle prese con un compendio di antropologia turistica, e nasconde quasi totalmente il suo proverbiale minimalismo.

9) Ghost Dog
L'andamento palpitante dell'opera è reso vivo, nella sua densa complessità, da molte deviazioni ironiche e da un utilizzo di registri contrastanti, dal solenne al pulp, che restituiscono tutta la tridimensionalità di un mondo che, nonostante i suoi eccessi fumettistici, resta colmo di sfumature e piste da seguire, anche nei semplici scambi di battute tra i personaggi.

8) Solo gli amanti sopravvivono
Solo gli amanti sopravvivono non è solo un meraviglioso film cool, ma anche una sconcertante analisi critica, in forma di parabola metaforica, sulla mortificazione della cultura nella società contemporanea, e sulla necessità di tornare ad alimentare con amore spassionato la memoria collettiva.

7) Ten Minutes Older: The Trumpet
In cortometraggi di 10 minuti ciascuno, sette cineasti di tutto il mondo riflettono sul significato del tempo. Introduce questa prima raccolta (la seconda è Ten Minutes Older: The Cello) una citazione di Marco Aurelio. La tromba di Hugh Masekela su una partitura di Paul Englishby raccorda i diversi filmati.

6) Daunbailò
Un film piccolo e buffo, almeno in apparenza, che parte dal rovesciamento dell'heist movie, il film carcerario, per parlare di esistenze giocosamente allo sbando, e per inanellare stranezze e paradossi che potrebbero appartenere a un purgatorio comico, in cui la tragedia è smussata dall'avvento del caso e gli eventi fanno il loro corso obbedendo a logiche da barzellette caustiche e sarcastiche.

5) Broken Flowers
Broken Flowers è l'ennesimo saggio registico di Jim Jarmusch che in questo caso ci dimostra cosa voglia dire far dialogare la malinconia, e come instaurare un equilibrio eccellente tra la tristezza del protagonista e i luoghi che attraversa, in un film realizzato con la totale assenza di scene madri.

4) Mystery Train
Un film che non aggiunge e non toglie praticamente nulla alla poetica di Jarmusch, ma si limita a ribadirne in forma più o meno telefonata i tic e i contrassegni stilistici: il viaggio come condizione esistenziale, la peregrinazione come fuga dall'ordinario e dalle sue catene, un gusto per una comicità stramba e obliqua e, non ultima, una tendenza per la confezione del film a episodi.

3) Gimme Danger
Gimme Danger è un doc dallo schema classico che scandisce cronologicamente le tappe della carriera del suo protagonista e della band che in diverse fasi l’ha accompagnato. Jarmusch limita il proprio estro ad alcune sequenze animate a supporto del racconto e a varie giustapposizioni cinematografiche capaci di strappare un sorriso; per il resto filma in primo piano Iggy e i membri del gruppo carpendo senza filtri lo spirito ribelle e a tratti autodistruttivo che da sempre li ha caratterizzati.

2) Stranger Than Paradise
Diviso in tre capitoli (Un nuovo mondo, Un anno dopo e Paradiso), è il film che evidenziò l'originalità e l'estro del cinema di Jim Jarmusch, diventando a suo tempo un piccolo caso. In Stranger Than Paradise c'è moltissimo dello spirito proverbiale del regista, destinato a diventare iconico e riconoscibile come pochi altri autori suoi contemporanei.

1) Paterson
Essenziale e fin minimalista, Paterson è un “film zen”, in cui ogni inquadratura, ogni parola, ogni suono porta con sé un carico di significati di notevole spessore: se da un lato la pedante routine del protagonista (un Adam Driver perfettamente in parte) viene amplificata dalla riflessione numerologica che contamina il film in tutti i suoi minuti (le coppie di gemelli, l'omonimia con la città), dall'altro la voglia di un riscatto e di un'azione fuori contesto costituiscono il vero cuore pulsante dell'opera così come della vita del protagonista.
