Joe Pesci: la nostra top 5
02/04/2020
Il 3 aprile 1995, a New York, Martin Scorsese presentava Casinò. Nel cast Robert De Niro, Sharon Stone (premiata con il Golden Globe e candidata all'Oscar) e Joe Pesci, cui dedichiamo la nostra classifica. L'attore ha collaborato diverse volte con Martin Scorsese, e nel 1990 la sua interpretazione in Quei bravi ragazzi gli vale il premio Oscar. Ecco i 5 migliori titoli in cui Joe Pesc è stato tra i protagonisti:

5) Casinò (Martin Scorsese, 1995)



Cinque anni dopo Quei bravi ragazzi (1990), Scorsese dirige un film speculare a quest'ultimo che può essere visto anche come l'episodio finale di una trilogia sulla comunità italoamericana avviata da Mean Streets (1973). Il testo di partenza è ancora di Nicholas Pileggi (lo stesso di Quei bravi ragazzi), ma al marciume delle strade newyorkesi subentrano il luccichio di una città nata corrotta e un deserto costellato di cadaveri, mentre i personaggi appaiono più tragici rispetto al film del 1990.

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4) Toro scatenato (Martin Scorsese, 1980)



Scandita in tappe che alternano gli incontri sul ring ai momenti di una vita personale sopra le righe, la parabola sportiva/esistenziale di LaMotta disgrega i confini del film pugilistico, perché all'autore interessa principalmente esplorare la personalità brutale e l'autolesionismo del protagonista e ritrarre l'affresco sociale di un mondo corrotto e violento (la boxe e i suoi legami con la malavita)

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3) The Irishman (Martin Scorsese, 2019)



Un estremo saluto a un tipo di cinema che non c’è più, accompagnato dai volti che hanno fatto grande proprio quel suo tipo di cinema: da De Niro a Pesci, passando anche per Harvey Keitel, che regala qualche piccola (ma non casuale) apparizione. Anche la scelta del “padrino” Al Pacino è perfettamente coerente con questo delicato, potente e commovente disegno d’insieme, in cui Scorsese regala anche una profonda riflessione sulla vecchiaia, in una straordinaria parte conclusiva che rappresenta il senso definitivo dell’intera operazione.

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2) Quei bravi ragazzi (Martin Scorsese, 1990)



I fermi immagine congelano l'espressività animalesca dell'atto violento, gli incredibili piani-sequenza fanno girare la testa (memorabile sia la carrellata sulle facce dei compari che l'ingresso di Karen e Henry negli inferi del Copacabana), mentre una soundtrack infinita ci accompagna alla stregua di un juke box impazzito. Scorsese è al suo meglio, a dispetto dell'unico Oscar conquistato su sei nomination: per la cronaca, andato a un Joe Pesci brutalmente primitivo e psicotico. 

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1) C'era una volta in America (Sergio Leone, 1984)



C'era una volta in America è il film che Leone sognò per tutta la vita, un testamento definitivo e una celebrazione dell'immaginario cinematografico americano: quarant'anni di storia tra amore, morte, amicizia, tradimenti e violenza, affrontati da uno sguardo lucido e sincero, attraverso un omaggio (che diventa ricodificazione) al genere del gangster movie.

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