U Turn – Inversione di marcia

Bobby (Sean Penn) è un malavitoso giocatore d'azzardo che, per un guasto al motore, è costretto a fermarsi in un piccolo paesino quasi disabitato. Qui incontrerà la bella Grace (Jennifer Lopez) e tutto pian piano andrà per il verso sbagliato.

Tratta dal romanzo Cani randagi di John Ridley, la pellicola vorrebbe ricordare da vicino Assassini nati – Natural Born Killers (1994), diretto dallo stesso Oliver Stone. Il film in questione però non riesce a emulare il modello di riferimento, scadendo ben presto nella nausea dovuta all'accumulo di soluzioni sbagliate e completamente inappropriate e respingendo lo spettatore ben prima di quanto riesca a immaginare. La sensazione che U Turn – Inversione di marcia continua a trasmettere è quella di poca originalità e di un esasperato già visto, all'interno del quale Stone sciorina tutti i marchi di fabbrica più pacchiani e di cattivo gusto del suo armamentario registico costruendo una messinscena a dir poco stucchevole, soprattutto nell'impasto di western e umorismo nero. Un film pieno di brutture kitsch, di frangenti patinati ai limiti del ridicolo, che il regista prova a condire con dei riferimenti cinematografici che faranno divertire un po' di più i cinefili accaniti, ma che impediscono comunque al film di decollare come il compiaciuto ego registico di Stone avrebbe forse sperato.