Il talento del calabrone
2020
Amazon Prime Video
Paese
Italia
Genere
Thriller
Durata
84 min.
Formato
Colore
Regista
Giacomo Cimini
Attori
Sergio Castellitto
Lorenzo Richelmy
Anna Foglietta
Marina Occhionero
David Coco
Milano. Steph (Lorenzo Richelmy), giovane DJ sulla cresta dell’onda, conduce un programma radiofonico con un forte seguito durante il quale riceve chiamate dai fan. Una sera, una telefonata lo raggela: uno sconosciuto (Sergio Castellitto) annuncia in diretta di volersi togliere la vita, facendosi esplodere nel centro della città.

Esempio di thriller nostrano, interessante più nelle premesse che nella resa, Il talento del calabrone, opera seconda di Giacomo Cimini, si snoda lungo collaudate coordinate di genere provando a fondere l’atmosfera torbida e soffusa di Talk Radio  di Oliver Stone alla struttura di film costruiti nell’arco di un lasso di tempo molto ristretto: un “tutto in una notte", per intenderci, dove la tensione corre sul filo di un collegamento telefonico al cardiopalma, sulla falsariga di tanti film da camera capaci di sfruttare uno spazio angusto. Si pensi, a tal proposito al lungometraggio danese Il colpevole (2018) o a Locke (2013) con Tom Hardy, in cui il protagonista, proprio come il Castellitto de Il talento del calabrone, rimaneva all’interno della sua automobile in movimento per tutto l’arco drammaturgico. Se la regia svolge diligentemente il suo compito, riuscendo a rendere credibile e di respiro anche un’ambientazione milanese che per forza di cose non si vede troppo, data la prevalenza del focus sulla redazione di Radio 105 (l’emittente che riceve la telefonata), lo stesso non si può dire dello sviluppo della sceneggiatura, quasi sempre macchinoso e ondivago, tanto nei registri (troppi) quanto nei toni, in più di un’occasione enfatici e pasticciati nell’oscillazione tra dramma e distensione, coralità e musicofilia. Un difetto non da poco che finisce col minare alla base credibilità e sospensione dell’incredulità, dato che un film come questo, che di suo riduce al minimo l’azione, dovrebbe puntare tutto proprio sulla qualità dei dialoghi e del senso strisciante e martellante di angoscia che solo degli scambi di battute ispirati e a tenuta stagna potrebbero garantire. Tale aspetto invece non è mai col contagiri e appare, nonostante le energie produttive complessivamente scomodate, particolarmente sciatto e lasciato al caso: il personaggio di Castellitto, interprete perfetto nella mimica e nel lavorare ora di enfasi ora di strenua sottrazione, è purtroppo compromesso da battute che ricercano, tra un Bach e un Beethoven, lo sterile orpello pseudo-colto, e i grossolani flashback che dovrebbero gettare luce sul suo passato sono talmente sfiatati e grossolani che finiscono col rendere il disegno psicologico dell’uomo assolutamente pretestuoso e mai credibile. Non fa meglio il personaggio del colonnello dei Carabinieri interpretato da Anna Foglietta, il cui inserimento nella storia suona artificioso dal primo all’ultimo minuto, e quello del DJ protagonista interpretato da Lorenzo Richelmy, che non sembra credere mai alle bordate di terrore che l’evolversi della vicenda vorrebbe suggerire, gettando un’ombra lunga su un presente notturno e confuso di cui non si intuisce mai il reale spartito. Se non fosse, in definitiva, per gli spunti sulla contemporaneità suggeriti senza troppi complimenti (i bitcoin, le challenge al telefono, l’assenza di scrupoli verso l’empatia altrui in nome dei dati d’ascolto, concetto in verità eterno e vecchio come il cucco). Previsto inizialmente per l’uscita nelle sale il 5 marzo 2020 ma bloccato in pieno dal primo lockdown italiano per la pandemia da Covid-19, è in seguito approdato su Amazon Prime Video dal 18 novembre dello stesso anno. Scritto dal regista Cimini, insieme a Lorenzo Collalti.
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