Pelé: Il re del calcio
Pelé
Durata
108
Formato
Regista
La storia personale e sportiva di Pelé, pseudonimo di Edson Arantes do Nascimento, la stella brasiliana ritenuto da molti uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi: dall’infanzia al ritiro dal calcio giocato, passando per i tanti gol con la Seleção, con la quale vinse il primo Mondiale in Svezia nel 1958 a soli 17 anni, e le gesta sportive nel Santos.
Pelé: Il re del calcio racconta del campione che, oltre a vincere tre mondiali di calcio (l’unico a esserci riuscito), ha scolpito il proprio nome nella leggenda del proprio paese e non solo. La vicenda di O Rei (in italiano Il Re, soprannome cui allude il titolo del documentario), si avvale di un lavoro d’archivio ricco di particolari calcistici e di una regia, firmata da David Tryhorn e Ben Nicholas, già avvezza a narrazioni sportive, come conferma un precedente lavoro su Kenny Dalglish (stella del Liverpool meno celebre ma dalle parti del Merseyside altrettanto leggendaria). Se in tanti a Pelé hanno sempre preferito Maradona, anche in virtù di una maggiore dose di empatia per la sua vita eccessiva, sregolata e in quanto tale molto più “cinematografica”, il documentario ha il merito di scrostare un po’ di ecumenismo accomodante dalla figura ecumenica di Pelé, evidenziandone i vizi (l’infedeltà matrimoniale) e le mancanze, come l’assenza di una presa di posizione a proposito del regime militare in Brasile, terminata solo nel 1985. Complessivamente, però, il prodotto mantiene un’ossatura fin troppo tradizionale e con poco nerbo sul piano espressivo: le immagini, sul piano strettamente dinamico, non aggiungono molto in chiave audiovisiva alla forza esplosiva ed elegante, ma non semplice da rendere “appassionante”, di quest’icona del calcio mondiale, le interviste piuttosto illustrative e meramente aneddotiche si susseguono e anche il tentativo di mostrare il Pelé di oggi, ottantenne acciaccato e invecchiato nel fisico e un po’ spento nello sguardo provato dal tempo e dall’età, trova risalto solo a corrente alterna. Qualche guizzo in più, specie sul fronte non meramente informativo, non avrebbe guastato, e certe smussature appaiono anche piuttosto enfatiche e retoriche (specie nelle sottolineature sul portato simbolico con cui Pelé ha trasportato i brasiliani fuori dal loro complesso d’inferiorità). Al lavoro d’archivio e di montaggio ha partecipato anche l’italiano Matteo Bini, mentre Kevin Macdonald ha lavorato al progetto come produttore esecutivo. Distribuito su Netflix nel febbraio 2020.