La cosa

Moretti filma degli interventi da parte di iscritti al Partito Comunista Italiano nel corso di alcune riunioni tenutesi per discutere della proposta avanzata da Achille Occhetto di far confluire il partito in una nuova entità che racchiudesse l'anima complessiva della sinistra italiana.

Moretti dà spazio direttamente ad alcune sezioni del PCI (Sicilia, Genova, Bologna, Napoli, Torino-Fiat Mirafiori, Toscana, Roma-Testaccio), e monta il materiale ottenuto in una specie di saggio in forma oratoria sui pilastri costitutivi e sull'ontologia (sulla carta) umile e operaia della sinistra italiana. L'imparzialità voluta e fatta propria dal regista, che è una scelta obbligata in un contesto come questo, rasenta però l'assenza di indentità: molte testimonianze, presentate in forma praticamente integrale, non reggono del tutto, e i singoli momenti di grande interesse appaiono frutto di isolati slanci dei parlatori, piuttosto che di un raffinato lavoro di selezione (e montaggio) dell'autore. Motivato dalle più giuste intenzioni, ma non memorabile.