Manta Ray
Kraben rahu
2018
Paesi
Thailandia, Francia, Cina
Genere
Drammatico
Durata
105 min.
Formato
Colore
Regista
Phuttiphong Aroonpheng
Attori
Aphisit Hama
Wanlop Rungkumjad
Rasmee Wayrana

In un paesino della Thailandia, un pescatore trova casualmente un uomo ferito, svenuto in una foresta.

Il regista thailandese Phuttiphong Aroonpheng, con alle spalle studi di belle arti a Bangkok e a New York, firma un doloroso e lancinante esordio nel lungometraggio che capitalizza la sua esperienza come direttore della fotografia e regista di cortometraggi. In scia alla lezione del connazionale Apichatpong Weerasethakul, il giovane cineasta realizza un’opera prima che si fa carico di silenzi protratti e ieratici e inquadrature dal forte taglio autoriale, dilatate a più riprese in direzione del tableau vivant. Temi come l’identità e la sua perdita, lo scombussolamento esistenziale, l’amnesia dell’empatia e il disagio dello stare al mondo trovano posto in un prodotto certo ostico, in cui il confine col manierismo è talvolta labile e imperscrutabile, ma anche rarefatto, ad alto tasso di implicazioni simboliche, stratificazioni e raffinatezze visive, con sullo sfondo il tema dei rifugiati rohingya, che da Myanmar tentano di raggiungere la vicina Thailandia. I tratti più involuti della narrazione vengono riscattati a più riprese dalla componente onirica ed evocativa delle immagini, costruite con una scarnificazione pronta a suggerire ricadute inconsce e tutt’altro che auto-conclusive e fini a se stesse. Vincitore della sezione Orizzonti alla 75esima edizione della Mostra di Venezia.

Maximal Interjector
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