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I 5 migliori film sulle streghe
La seconda stagione di A Discovery of Witches ha debuttato ieri sera su Sky Atlantic, dove diventerà appuntamento fisso ogni sabato. Da sempre le streghe sono stati personaggi affascinanti, protagoniste di pagine di romanzi, celebri pellicole cinematografiche (l'ultima è l'adattamento di Robert Zemeckis del romanzo di Roald Dahl) e anche serie TV: opere che hanno spaziato dall'horror alla commedia, passando per il racconto di formazione.

Ecco i migliori 5 film con protagoniste le streghe!



5) Le streghe di Eastwick (George Miller, 1987)



Commedia nerissima diretta da George Miller, che adatta l'omonimo romanzo di John Updike. Il diavolo è femmina, secondo un notorio detto, e la sceneggiatura di Michael Cristofer punta ad avvalorare la tesi tramite dialoghi polemici e stoccate femministe («La donna non è che un buco, non dicono così? Tutta la futilità del mondo si riversa su di voi»): ma la satira si rivela banale e superficiale, lasciando spazio a un quartetto di attori scatenati (un po' troppo, forse) che giocano a rubarsi la scena l'un l'altro, gigioneggiando senza freni. 


4) Chi ha paura delle streghe? (Nicolas Roeg, 1990)



È pregevole, in effetti, il tono intrigante e ambizioso, così come la confezione e la notevole prova di una Anjelica Huston in gran forma: va detto, però, che per il tratteggio del personaggio è stato usato un pastello sin troppo spesso, tanto da finire più volte per trasformarlo in una macchietta. 


3) Kiki - Consegne a domicilio (Hayao Miyazaki, 1989)



La prima volta lontana da casa, la difficoltà di integrarsi in un ambiente nuovo e a prima vista ostile, la prima simpatia speciale per un ragazzo: sono queste le vere imprese per Kiki, mentre l'elemento magico, seppur presente, rimane sullo sfondo, dato per scontato dalla protagonista che proviene da una famiglia di streghe. La passione di Miyazaki per il volo e il cielo trova espressione nelle acrobazie della ragazza a cavallo della sua scopa, mentre l'attenzione per il folklore giapponese e i suoi mille spiritelli viene condensata nella simpatica figura di Jiji, gatto pigro e prudente.


2) Le streghe di Salem (Rob Zombie, 2012)



Rob Zombie si dedica finalmente a comporre il suo personalissimo affresco visionario, dando vita alla rappresentazione pittorica del proprio immaginario. Stregoneria, demoni disgustosi, sacro e blasfemo, eros e thanatos si congiungono e distruggono in un continuum che stordisce e sconvolge: la discesa negli inferi (mentali o reali che siano) di Heidi diventa così il pretesto per una sinfonia da incubo nella quale Zombie sfoga tutto il suo talento morboso.


1) Suspiria (Dario Argento, 1977)



La struttura favolistica (una ragazza compie un processo di formazione e crescita affrontando il Male) è un pretesto per mettere in scena uno spiazzante e maestoso delirio visivo in cui l'immagine è inondata di colori saturi e dominata dal rosa degli ambienti e dal rosso del sangue. La protagonista si muove come in un sogno tra ambienti claustrofobici e irreali (le stanze, i corridoi, i passaggi segreti della scuola) che amplificano la dimensione allucinatoria della vicenda, diventando il simbolo di paure infantili e ancestrali.
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