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I 10 migliori film di David Cronenberg

Corporeità. Contagio. Sessualità. Tre punti che possono provare a riassumere la poetica autoriale di David Cronenberg, regista che, sin dagli esordi, ha proseguito con coerenza il suo percorso che da sempre ha posto l'accento sulla mutazione e sul corpo, con l'abuso della tecnologia e delle macchine che spesso vanno a fondersi con la carne. In occasione del compleanno del regista, ecco i 10 migliori film di David Cronenberg, il "profeta della nuova carne".

10) Inseparabili (1988)


David Cronenberg
si distacca, almeno formalmente, dall'horror biologico degli esordi e tratteggia un dramma interiore mantenendo comunque intatte le basi della sua poetica. Traendo spunto da un caso di cronaca (nel 1975 i corpi dei gemelli Steven e Cyril Marcus, noti ginecologi newyorkesi, furono trovati decomposti e avvinghiati in un appartamento dell'Upper East Side di Manhattan) che aveva già ispirato il romanzo Twins (1977) di Barri Wood e Jack Geasland, Cronenberg affronta i temi del doppio, della sessualità e della mutazione.

9) Brood - La covata malefica (1979)


L'incarnazione dei sentimenti secondo David Cronenberg
: nello sviscerare la tragedia dell'insicura, emotiva, frustrata Nola il canadese dà corpo alla negatività dell'animo umano, facendone emergere le agghiaccianti conseguenze e dimostrando di proseguire coerentemente il percorso iniziato con Il demone sotto la pelle (1975). Horror di impianto classico nella fase preparatoria, il film trova il punto di svolta, nonché il suo reale significato, negli ultimi trenta minuti.

8) M. Butterfly (1993)


Adattando la pièce teatrale di David Henry Hwang, ispirata a un fatto realmente accaduto, David Cronenberg realizza un apologo sull'incontro/scontro tra culture: manipolando la fonte primaria di ispirazione (la Madama Butterfly di Puccini), il regista attua un radicale capovolgimento di prospettiva, affidando il ruolo del carnefice all'apparentemente mite e remissiva Liling, orientale che si oppone all'ingerenza straniera, e confinando l'europeo, maschilista e prevaricante Gallimard in una torre d'avorio che sarà la sua rovina. Alla lettura politica si sovrappone quella amorosa e sessuale.

7) Il pasto nudo (1991)


Cronenberg
, a suo agio in materia di trasposizioni dalla letteratura, adatta degnamente un libro impossibile da filmare, immergendosi in maestosi e affascinanti deliri che ben combinano con la sua poetica registica. Non un film su una vicenda, bensì sulla genesi di un'opera letteraria, sulla scrittura come atto creativo. Il risultato è anomalo e spiazzante, decisamente non per tutti i gusti: ma, se ci si lascia trasportare dal flusso allucinatorio di immagini simboliche e destabilizzanti, si riuscirà a percepire il valore di un film volutamente imperfetto.

6) Videodrome (1983)


Uno dei film più spiazzanti diretti da David Cronenberg, lucido come pochi altri nel creare incubi e nell'analizzare con occhio clinico la realtà di fine millennio. In fortissimo anticipo sui tempi, Videodrome affronta il discorso sull'universo parallelo imposto dai media e, in questo caso specifico, dalla televisione: emblema dei feticci cronenberghiani sulla mutazione della carne e sulla fusione tra uomo e macchina, il film è una denuncia dei pericoli che il fascino della tecnologia esercita sull'essere umano.

5) Crash (1996)


David Cronenberg adatta l'omonimo romanzo di James Graham Ballard
trasformandolo in qualcosa di completamente suo: come da tipica ossessione del regista, l'evoluzione della tecnologia si intreccia all'inquietudine dell'essere umano, pronto a morire pur di raggiungere l'apice del proprio desiderio. Tra sesso, violenza, lacerazioni e cicatrici, l'automatismo dei comportamenti e la sconnessione dei rapporti riflettono un mondo sull'orlo del baratro, pronto all'autodistruzione e reso ancor più straniante da una tecnica stilistica asettica, priva di qualunque sbavatura o cliché (gli incidenti sono filmati nella loro immediatezza e brutalità, evitando di ricorrere all'usurato espediente del ralenti).

4) eXistenZ (1999)



Il mondo creato da Geller è una degenerazione delle biotecnologie, a partire dal suo inquietante modo di utilizzo: un ‘pad' organico che si connette direttamente con la spina dorsale. Più che indagare dove andremo a finire, il regista delinea, tra le righe, un quadro netto e spaventoso del presente in cui siamo già inesorabilmente immersi. In un incastro di scatole cinesi, vere o immaginate, i quadri distopici del film si susseguono proprio come le ambientazioni di un videogioco, mentre l'azione, frenetica, non lascia respiro.

3) La promessa dell'assassino (2007)



La promessa dell'assassino
è una delle vette nella filmografia di David Cronenberg: formando un dittico con il precedente A History of Violence (2005), il regista tratteggia un gangster-noir che si ispira ai grandi classici e supera i confini del genere grazie a tocchi personali e inconfondibili. Ciò che emerge è lo spietato ritratto di un microcosmo criminale intriso di violenza, ora latente (anche a livello visivo, con l'uso di inquadrature serrate e controllatissime), ora belluina (memorabile e già cult la sequenza della sauna).

2) A History of Violence (2005)


David Cronenberg adatta A History of Violence, graphic novel scritta da John Wagner e illustrata da Vince Locke
, e realizza un film lucido e raggelante nella sua inesorabile progressione drammaturgica. La mutazione, idée fixe per l'autore canadese, questa volta è solo interiore: l'uomo tranquillo e sottomesso che si trasforma in spietato giustiziere si fa metafora dell'ambiguità di un mondo dominato dalla violenza e impossibilitato alla catarsi. E il sogno americano viene disintegrato, lasciando solo un senso di desolazione che raggiunge il picco nel clamoroso (e solo apparentemente riconciliante) finale.

1) La mosca (1986)



Cronenberg spicca il volo e firma una delle opere più mature e significative all'interno della fantascienza degli anni '80: un horror d'autore che, prendendo le mosse dalla sci-fi classica, aggiorna gli stilemi del genere spingendo al massimo nella rappresentazione delle mutazioni del corpo e nel mostrare le derive di uno sviluppo tecnologico incontrollato. La presenza fisica dei corpi vive ossessivamente in ambienti cupi contrassegnati dalla presenza di congegni metallici e calcolatori informatici all'avanguardia per l'epoca, in una messa in scena rigorosa che passa in rassegna carne, violenza, sessualità deviata, paura del contagio e contaminazione come elemento primario della degenerazione umana.

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