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Venezia 78: i 10 film più attesi, da Paolo Sorrentino a Pedro Almodóvar
Ci siamo, l'edizione numero 78 della Mostra del Cinema di Venezia (1-11 settembre) sta per iniziare, e allora andiamo a scoprire i 10 titoli più attesi che fanno parte della selezione ufficiale. Per la giuria, presieduta da Bong Joon-ho, sarà un'impresa decisamente ardua scegliere il film a cui assegnare il prestigioso Leone d'oro: tra sirene hollywoodiane, autorialità europea (in cui ha un notevole rilievo la rappresentanza italiana) e talentuosi outsider, ce n'è davvero per tutti i gusti.

10) MADRES PARALELAS



A due anni da quella che è una delle sue opere più straordinarie, Dolor y gloria (2019), presentato a Cannes, Pedro Almodóvar arriva in concorso a Venezia con un altro film giocato sui sui temi più cari. Janis (Penélope Cruz) e Ana (Milena Smit), rimaste incinte per sbaglio, partoriscono lo stesso giorno: è l'inizio di un legame profondo che porterà le due donne madrilene ad approcciarsi in maniera differente al futuro che le attende. Una storia di solidarietà e affetto che sembra guardare alle atmosfere del precedente Parla con lei (2002), e che vanta nel cast anche Rossy de Palma e Julieta Serrano. Scelto come film d'apertura della Mostra.

9) QUI RIDO IO



Il ritratto di Eduardo Scarpetta firmato da Mario Martone si preannuncia come una grande storia ad alto tasso emotivo, che incrocia, con il consumato mestiere tipico del regista e sceneggiatore partenopeo, cinema e teatro. Un dramma biografico calato del fervente contesto culturale della Napoli della Belle Époque, che vede Toni Servillo nei panni del protagonista. Gli altri contendenti per la Coppa Volpi per il migliore attore sono avvisati.

8) LAST NIGHT IN SOHO



Omaggio cinefilo agli anni '60, thriller psicologico, horror glamour, neo-noir calato nelle acide luci al neon: questo il biglietto da visita dell'opera firmata Edgar Wright, che sarà uno dei titoli di punta del fuori concorso veneziano. Influenzato da pellicole come A Venezia... un dicembre rosso shocking (1973) di Nicolas Roeg e Repulsione (1965) di Roman Polanski, secondo quanto affermato dal suo autore, il film mette in scena le misteriose connessioni tra l'aspirante stilista Eloise (Thomasin McKenzie) e la cantante della Swinging London Sandy (Anya Taylor-Joy). Nel cast anche Terence Stamp e Diana Rigg (20 luglio 1938 – 10 settembre 2020), al suo ultimo film. What else?

7) AMERICA LATINA



Dopo il notevole esordio con La terra dell'abbastanza (2018) e la consacrazione internazionale con l'opera seconda Favolacce (2020), Miglior sceneggiatura alla Berlinale, i fratelli D'Innocenzo, classe 1988, approdano in concorso con un nuovo, ambizioso progetto che, stando alle pochissime indiscrezione emerse sul film, mischia i generi per diventare qualcosa di inedito e personale. «Una storia d'amore e, come tutte le storie d'amore, è ovviamente un thriller...». Con queste premesse, i due ragazzacci romani sembrano aver già prenotato un posto nel palmarès.

6) THE CARD COUNTER



Regista e sceneggiatore eclettico che ha contribuito a codificare il nuovo cinema hollywoodiano a partire dagli anni '70, Paul Schrader torna in concorso a Venezia a quattro anni di distanza dal meraviglioso First Reformed (2017), uno dei titoli migliori di tutta la sua carriera. Il rigore quasi bressoniano del film precedente sembra qui lasciare spazio a un'atmosfera più lisergica e cinetica, quasi da B-movie d'autore. Rifiutato da Netflix e Amazon Studios, per poi essere acquisito da Focus Features, il noir firmato Schrader vede protagonista un ex carceriere di Abu Ghrai (Oscar Isaac) che, nonostante si sia creato una nuova vita come giocatore d'azzardo, è tormentato dai fantasmi del passato. Violenza, vendetta, senso di colpa e redenzione: un mix elettrizzante anticipato da un trailer di grande impatto.

5) DUNE



Basato sulla prima metà del romanzo omonimo (1965) di Frank Herbert, già portato al cinema da David Lynch nel 1984, il kolossal fantascientifico di Denis Villeneuve è uno degli eventi cinematografici dell'anno. Il budget esorbitante (165 milioni di dollari), la durata imponente (2h35') e il cast all-star che comprende, tra gli altri, Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Josh Brolin, Zendaya, Dave Bautista, Stellan Skarsgård, Charlotte Rampling, Jason Momoa e Javier Bardem lasciano intuire la portata monumentale di una operazione rischiosissima. Ma, dopo il successo ottenuto con lo splendido Blade Runner 2049 (2017), per Villeneuve non esistono più missioni impossibili.

4) FREAKS OUT



A sei anni di distanza dalla sua opera prima, Lo chiamavano Jeeg Robot (2015),  Gabriele Mainetti ha tutte le carte in regola per segnare una frattura importante nel cinema italiano contemporaneo. Con un progetto titanico nella durata (2h20') così come nelle ambizioni, il talentuoso regista romano, classe 1976, affronta il fantasy e il grottesco con un ingente dispendio di mezzi. Come suggerisce il trailer, il film sembra guardare alla Storia attraverso atmosfere oniriche e ricche di suggestioni, tra realismo e magica sospensione temporale. Il circo, i freaks, la Roma del 1943, il tentativo di salvezza in uno scenario devastato: l'attesa non può che essere spasmodica.

3) THE POWER OF THE DOG



Adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo del 1967 di Thomas Savage, il film segna l'attesissimo ritorno dietro la macchina da presa di Jane Campion dopo un periodo di inattività lungo ben dodici anni (la sua opera precedente, Bright Star, è del 2009). La grande autrice neozelandese, Palma d'oro a Cannes per l'indimenticabile Lezioni di piano (1993), si confronta per la prima volta in carriera con il genere western, mettendo in scena una potente storia densa di dramma e sentimento, in perfetta sintonia con il suo stile fiammeggiante. Montana, 1925. Il carismatico allevatore Phil Burbank (Benedict Cumberbatch) incute paura e rispetto alle persone attorno a lui. Quando il fratello George (Jesse Plemons) porta a vivere nel ranch di famiglia la nuova moglie Rose (Kirsten Dunst) e il figlio di lei, Phil li tormenta finché non si ritrova vulnerabile alla possibilità di innamorarsi. Uno dei titoli più importanti del concorso. Distribuisce Netflix.

2) SPENCER



Maestro del biopic contemporaneo, Pablo Larraín torna a confrontarsi con una grande personalità femminile del passato, mettendone in luce i suoi aspetti più fragili e malinconici, proprio come aveva fatto in Jackie (2016). Dalla first lady statunitense Jacqueline Kennedy il cineasta cileno passa alla principessa triste Lady Diana: i punti di contatto tra le due figure sembrano molteplici e Larraín, forte di una inaudita padronanza del mezzo cinematografico, sembra aver dipinto un ritratto da brividi, sospeso tra realtà e immaginazione (il trailer, da pelle d'oca, ne è una prova tangibile). Il film racconta il weekend natalizio passato con la famiglia reale nella tenuta di Sandringham, nel Norfolk, a inizio anni '90, in cui Lady D prese la sofferta decisione di lasciare il Principe Carlo. «Spencer è un tuffo nell'immaginazione emotiva di chi fosse Diana in un punto di svolta fondamentale nella sua vita. È un'affermazione fisica della somma delle sue parti, che inizia con il suo nome di battesimo: Spencer». Parola della protagonista Kristen Stewart, impegnata nel ruolo che vale un'intera carriera.

1) È STATA LA MANO DI DIO



Napoli, anni '80. Il diciassettenne Fabietto Schisa è un ragazzo goffo che lotta per trovare il suo posto nel mondo, ma che trova gioia in una famiglia straordinaria e amante della vita. Fino a quando alcuni eventi cambiano tutto. Uno è l'arrivo a Napoli di una leggenda dello sport simile a un dio: l'idolo del calcio Maradona, che suscita in Fabietto, e nell'intera città, un orgoglio che un tempo sembrava impossibile. L'altro è un drammatico incidente che farà toccare a Fabietto il fondo, indicandogli la strada per il suo futuro. Apparentemente salvato da Maradona, toccato dal caso o dalla mano di Dio, Fabietto lotta con la natura del destino, la confusione della perdita e l'inebriante libertà di essere vivi. Questa la sinossi ufficiale dell'opera più intima mai realizzata da Paolo Sorrentino, un viaggio autobiografico tra realtà e immaginazione che si preannuncia  ad altissimo tasso emotivo. «La realtà non mi piace più. La realtà è scadente». Il film avrà una distribuzione limitata nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 24 novembre, per poi arrivare su Netflix il 15 dicembre. 
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