La 36ª camera dello Shaolin
Shao Lin san shi liu fang
Durata
115
Formato
Regista
Il giovane Yu-te (Gordon Liu), in fuga dopo la distruzione dei propri affetti da parte di emissari del dispotico generale Tien (Lo Lieh), trova rifugio presso il tempio dei monaci Shaolin. Qui apprenderà l'arte del kung fu attraverso un durissimo allenamento e perseguirà a distanza di anni la propria vendetta.
Tra i titoli più noti sia della filmografia wuxia, sia della prolifica produzione della nota casa Shaw Brothers, La 36ª camera dello Shaolin mostra un'energica e bellicosa dichiarazione d'intenti sin dalla sequenza dei titoli di testa, con un Gordon Liu efficace dispensatore di differenti specialità del kung fu. L'introduzione, legata al contesto storico della Cina del XVII e delle rivolte contro l'oppressione dei Tartari, è un semplice espediente per dare il via a un robusto e ben orchestrato compendio di arti marziali; il faticoso cammino di apprendimento, suddiviso in trentacinque "camere" dedicate a differenti discipline, è a sua volta metafora del cammino di crescita e maturazione dell'eroe che, diventato maestro, diffonderà il verbo del kung fu al popolo (la camera numero 36). Pellicola suggestiva nella forma, anche se fondamentalmente troppo referenziale, ostica nei contenuti per i non avvezzi a una peculiare forma filmica che unisce intrattenimento epico a contenuti di carattere filosofico/esistenziale tipici del mondo orientale. Il protagonista Gordon Liu vestirà i panni dell'inflessibile maestro Pai Mei in Kill Bill – Volume 2 (2004) di Quentin Tarantino. Incipit di una trilogia, proseguita, sempre sotto la direzione di Lau Kar-leong, con Ritorno alla 36ª camera (1980) e I discepoli della 36ª camera (1985).
Tra i titoli più noti sia della filmografia wuxia, sia della prolifica produzione della nota casa Shaw Brothers, La 36ª camera dello Shaolin mostra un'energica e bellicosa dichiarazione d'intenti sin dalla sequenza dei titoli di testa, con un Gordon Liu efficace dispensatore di differenti specialità del kung fu. L'introduzione, legata al contesto storico della Cina del XVII e delle rivolte contro l'oppressione dei Tartari, è un semplice espediente per dare il via a un robusto e ben orchestrato compendio di arti marziali; il faticoso cammino di apprendimento, suddiviso in trentacinque "camere" dedicate a differenti discipline, è a sua volta metafora del cammino di crescita e maturazione dell'eroe che, diventato maestro, diffonderà il verbo del kung fu al popolo (la camera numero 36). Pellicola suggestiva nella forma, anche se fondamentalmente troppo referenziale, ostica nei contenuti per i non avvezzi a una peculiare forma filmica che unisce intrattenimento epico a contenuti di carattere filosofico/esistenziale tipici del mondo orientale. Il protagonista Gordon Liu vestirà i panni dell'inflessibile maestro Pai Mei in Kill Bill – Volume 2 (2004) di Quentin Tarantino. Incipit di una trilogia, proseguita, sempre sotto la direzione di Lau Kar-leong, con Ritorno alla 36ª camera (1980) e I discepoli della 36ª camera (1985).