L'aereo più pazzo del mondo... sempre più pazzo

Lo shuttle Mayflower One sta per decollare e Ted Striker (Robert Hays), in manicomio inguistamente accusato di manie distruttive, decide di fuggire e imbarcarsi, convinto che qualcosa andrà storto. Il mezzo spaziale, infatti, è controllato da un computer ribelle: toccherà a Striker risolvere la situazione con l'aiuto dell'ex fidanzata Elaine (Julie Hagerty).

Ken Finkleman tenta di rinnovare i fasti di L'aereo più pazzo del mondo (Jim Abrahams, David Zucker, Jerry Zucker, 1980), confezionando, più che un sequel, una sorta di remake fantascientifico. Inizio folgorante in stile Star Wars (con annessa incursione di E. T. che decide di “scrivere casa” per le tariffe troppo alte), qualche idea divertente (l'inserimento dell'Enterprise da Star Trek, il tassametro sullo shuttle) e una sceneggiatura talmente demenziale da risultare a tratti irresistibile («Il passato non è il presente, e il presente non è il passato. Solo il futuro è futuro»), ma la carica comica si spegne con il passare dei minuti, ripiegandosi su gag a base slapstick, giochi di parole e situazioni improbabili. Il tutto portato all'eccesso, con il rischio di mettere meccanicamente troppa carne al fuoco. Un po' troppo programmatico ma, in ogni caso, si ride di gusto: a molti basterà. Musiche di Elmer Bernstein.