Un documentario che ripercorre la carriera del grande regista statunitense Robert Altman, seguendo in ordine strettamente cronologico i vari momenti della sua filmografia, e facendo coesistere pubblico e privato, osservazioni sulla personalità dell'autore e riflessioni sul suo cinema vigoroso, avvolgente e, in un modo o nell'altro, sempre corale.
Il documentarista Ron Mann sceglie una forma convenzionale, forse troppo, per raccontare uno dei registi più significativi della New Hollywood (corrente cinematografica nata negli Stati Uniti alla fine degli anni Sessanta). Il film, presentato nel 2014 alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nell'ambito delle pellicole dedicate al cinema e collegati alla sezione Venezia Classici, risulta godibile e scorre innocuo e affettuoso, regalando in più punti un ricordo intimo del cineasta. A lungo andare la sensazione che domina è però quella di un lungometraggio d'impianto troppo classico e rassicurante per restituire fino in fondo l'anima sfaccettata di un regista unico e, al di là della (sterile) rievocazione, non resta poi molto altro. La voce della moglie del regista fa spesso da narratrice fuori campo e, a impreziosire ulteriormente l'operazione, alcuni filmini di famiglia completamente inediti girati dai figli della famiglia Altman, nonché una serie di personaggi legati al grande regista che, intervistati dal documentarista, punteggiano il film fornendo ciascuno la propria definizione di "altmaniano".
Il documentarista Ron Mann sceglie una forma convenzionale, forse troppo, per raccontare uno dei registi più significativi della New Hollywood (corrente cinematografica nata negli Stati Uniti alla fine degli anni Sessanta). Il film, presentato nel 2014 alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nell'ambito delle pellicole dedicate al cinema e collegati alla sezione Venezia Classici, risulta godibile e scorre innocuo e affettuoso, regalando in più punti un ricordo intimo del cineasta. A lungo andare la sensazione che domina è però quella di un lungometraggio d'impianto troppo classico e rassicurante per restituire fino in fondo l'anima sfaccettata di un regista unico e, al di là della (sterile) rievocazione, non resta poi molto altro. La voce della moglie del regista fa spesso da narratrice fuori campo e, a impreziosire ulteriormente l'operazione, alcuni filmini di famiglia completamente inediti girati dai figli della famiglia Altman, nonché una serie di personaggi legati al grande regista che, intervistati dal documentarista, punteggiano il film fornendo ciascuno la propria definizione di "altmaniano".