I due papi
The Two Popes
Durata
125
Formato
Regista
Il cardinale Jorge Bergoglio (Jonathan Pryce) è deciso a chiedere il permesso di ritirarsi dalla sua carica a Papa Benedetto XVI (Anthony Hopkins), la cui interpretazione della dottrina è totalmente opposta alla sua. Distrutto da diversi scandali, il Papa lo convoca a Roma e questo soggiorno diventerà un’occasione per i due per conoscersi meglio e confrontare le proprie idee.
Ispirato a eventi reali decisamente conosciuti, il film di Fernando Meirelles è un lungometraggio che racconta (e immagina) i dialoghi tra i “due papi”, giocando sulla differenza tra la tradizione di uno e le idee di progresso dell’altro, oltre che sul senso di colpa, il perdono e su numerose altre tematiche di grande profondità. Le conversazioni funzionano, ma non tutto il copione purtroppo è altrettanto coinvolgente, soprattutto a causa dei numerosi flashback sul passato di Bergoglio, che riempiono eccessivamente la narrazione andando al di là di ciò che il regista brasiliano dovrebbe narrare e facendo pendere l’ago della bilancia quasi interamente sulla storia di vita del futuro Papa Francesco. Il risultato è un film che colpisce di più per singole battute sparse indubbiamente efficaci, che per un disegno d’insieme invece decisamente debole, su cui però svettano le grandi prove di Pryce e Hopkins, magnificamente in parte e in grado di regale un duetto di bravura a cui è impossibile rimanere indifferenti.
Ispirato a eventi reali decisamente conosciuti, il film di Fernando Meirelles è un lungometraggio che racconta (e immagina) i dialoghi tra i “due papi”, giocando sulla differenza tra la tradizione di uno e le idee di progresso dell’altro, oltre che sul senso di colpa, il perdono e su numerose altre tematiche di grande profondità. Le conversazioni funzionano, ma non tutto il copione purtroppo è altrettanto coinvolgente, soprattutto a causa dei numerosi flashback sul passato di Bergoglio, che riempiono eccessivamente la narrazione andando al di là di ciò che il regista brasiliano dovrebbe narrare e facendo pendere l’ago della bilancia quasi interamente sulla storia di vita del futuro Papa Francesco. Il risultato è un film che colpisce di più per singole battute sparse indubbiamente efficaci, che per un disegno d’insieme invece decisamente debole, su cui però svettano le grandi prove di Pryce e Hopkins, magnificamente in parte e in grado di regale un duetto di bravura a cui è impossibile rimanere indifferenti.