Apostolo

Gran Bretagna, 1905. Thomas Richardson (Dan Stevens) torna a casa dopo molto anni e scopre che sua sorella è stata rapita da una misteriosa setta disposta a liberarla solo in cambio di un ingente riscatto. Deciso a riportarla a casa a ogni costo, l’uomo partirà per l’isola in cui vive questo sinistro gruppo religioso.



Dopo essersi fatto conoscere con due film d’azione di culto come The Raid – Redenzione (2011) e The Raid 2: Berandal (2014), ambientati e prodotti in Indonesia, il gallese Gareth Evans torna a casa e racconta una vicenda con profondi echi inerenti alla storia britannica. Si possono notare relazioni con la Brexit in questo film (per l’isolazionismo deciso dalla comunità), ma soprattutto con pellicole di genere horror del passato come Il grande inquisitore (1968) e, soprattutto, The Wicker Man (1973). Non pesa più di tanto il fatto che il soggetto non sia proprio originalissimo, in questo lungometraggio che riesce comunque a coinvolgere e a regalare alcune immagini di pregevole fattura e sequenze dinamiche al punto giusto. Ciò che lascia più interdetti è una durata davvero eccessiva e una seconda parte che si ingarbuglia, sempre alla ricerca della trovata narrativa ad effetto. Gli spunti comunque non mancano anche nella conclusione e Evans ha mano più che discreta, seppur non riesca a dimostrarlo per l’intera durata. Distribuito direttamente su Netflix, il film paga in parte l’insufficiente prova del protagonista Dan Stevens, troppo spaesato e monocorde in una prova che avrebbe meritato sfaccettature molto maggiori.