Fratello e sorella afroamericani hanno una carnagione così chiara, nonostante le origini di colore, che potrebbero tranquillamente essere presi per bianchi. Quando il fidanzato di lei viene a sapere della sua reale provenienza razziale, la lascia.



Una specie di anno zero nel cinema americano underground alla vigilia dell'avvento degli anni sessanta, l'opera prima di John Cassavetes è una sinfonia jazz, ruvida e lacerata nella forma e ancora oggi impressionante nella compattezza estetica e nella direzione degli attori. Un cinema rapace di sguardi e di facce, girato come un flusso di coscienza tremante e montato con uno stile singhiozzante e tremendamente efficace. La recitazione è improvvisata sul set e l'uso della macchina da presa, rigorosamente a mano, fluido come non mai: il risultato è un curioso e potente film a brandelli, calato nel suo tempo e ancora in grado, a distanza di decenni, di dare l'impressione di essersi messo in piedi da solo. Il titolo non è azzeccato solo dal punto di vista atmosferico, ma rende benissimo il contesto di una condizione esistenziale. Si chiude con la didascalia «The film you have just seen was an improvisation». Colonna sonora notevole di Charles Mingus. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1960.
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