Asterix e le dodici fatiche

Roso dalle continue sconfitte contro il villaggio gallico di Asterix e Obelix, Giulio Cesare decide di far affrontare ai due dodici erculee prove per dimostrare che non sono dèi e poterli quindi sottomettere. In caso contrario saranno i romani a prostrarsi ai piedi dei galli. Le fatiche comprendono una gara di corsa contro il campione dei Giochi olimpici antichi Melinos, l'ipnosi di Iris l'egiziano, l'attraversamento dell'Antro della Bestia, le pietanze dello chef dei giganti Mannekenpix e altre. 

Per la prima volta in totale controllo di un film d'animazione ispirato alle gesta dei due eroi da loro stessi creati, Goscinny e Uderzo portano sul grande schermo una storia totalmente originale (l'adattamento a fumetti Le dodici fatiche di Asterix uscirà solo l'anno successivo) attraverso la propria neonata casa di produzione Idéfix, intenzionati a dare una svolta ai secondo loro fallimentari primi due episodi. L'animazione è superiore ai film precedenti: notevoli in questo senso il delicato pittoricismo dell'episodio dell'Isola del Piacere e certi cromatismi quasi alla Mario Bava degli episodi dell'Antro della Bestia e della Pianura dei Trapassati, forse anche in parte ispirati alle cose migliori di Walt Disney (in particolare Fantasia). E anche non chiudendo un occhio sulla faciloneria con cui come vengono risolti alcuni episodi (come per esempio la corsa di Asterix, o quello in cui lo stesso sconfigge l'esperto di Judo Cilindric) e sulla fragilità della stessa premessa (se anche Asterix e Obelix perdessero le prove, i romani avrebbero le stesse difficoltà di prima a sottomettere il villaggio), è innegabile che il film sia intrigante, scorrevole e ricco di piacevoli trovate surreali. Particolarmente riuscito l'episodio de "la casa che rende folli", con la sua acuta satira della burocrazia, non a caso l'unica prova che mette seriamente in difficoltà i nostri, e la cui "insensata" risoluzione non fa che ribadire l'inconsistenza della burocrazia stessa. Uno spasso.