
Una vacanza del cactus
Durata
95
Formato
Regista
Il commendator Giuseppe Zerboni (Enzo Cannavale) organizza una vacanza aziendale a Rodi con l'intenzione di sedurre la segretaria Angela (Anna Maria Rizzoli). La moglie Fedora (Graziella Polesinanti), l'impacciato inserviente Augusto (Bombolo) e un seduttore opportunista (Bruno Minniti) gli metteranno i bastoni tra le ruote.
Insulsa commediola sexy che sfrutta maldestramente le grazie di Anna Maria Rizzoli (impegnata a esibirsi nell'immancabile doccia) e colleziona gag elementari (la miopia di Fedora, fonte di puerili malintesi) e volgarotte (Vincenzo Crocitti, nei panni del ragionier Pistilli, in preda ad attacchi di aerofagia). Il duo formato da Enzo Cannavale e Bombolo è ai minimi storici e la comicità si riduce a canonici schiaffoni ed equivoci da caserma. Beceri luoghi comuni (i turchi assatanati, l'italiano medio in vacanza) a condire il tutto: improponibile. Il doppio senso del titolo (il cactus è la pianta che Augusto deve portare sulla tomba dello zio) è di rara stupidità. Sceneggiatura di Mariano Laurenti, Alessandro Metz, Francesco Milizia e Franco Verucci; musiche di Gianni Ferrio.
Insulsa commediola sexy che sfrutta maldestramente le grazie di Anna Maria Rizzoli (impegnata a esibirsi nell'immancabile doccia) e colleziona gag elementari (la miopia di Fedora, fonte di puerili malintesi) e volgarotte (Vincenzo Crocitti, nei panni del ragionier Pistilli, in preda ad attacchi di aerofagia). Il duo formato da Enzo Cannavale e Bombolo è ai minimi storici e la comicità si riduce a canonici schiaffoni ed equivoci da caserma. Beceri luoghi comuni (i turchi assatanati, l'italiano medio in vacanza) a condire il tutto: improponibile. Il doppio senso del titolo (il cactus è la pianta che Augusto deve portare sulla tomba dello zio) è di rara stupidità. Sceneggiatura di Mariano Laurenti, Alessandro Metz, Francesco Milizia e Franco Verucci; musiche di Gianni Ferrio.