Belladonna of Sadness
Kanashimi no Beradonna
Durata
86
Formato
Regista
Jeanne e Jean sono novelli sposi, ma il barone che governa il loro villaggio è crudele e approfittatore. Jeanne si ribellerà a costo di essere tacciata come strega.
Ultima parte della trilogia Animerama realizzata da Yamamoto e dal mangaka Osamu Tezuka. Dopo Le mille e una notte e Cleopatra, questa volta l’ambientazione è la Francia medievale. Il film è il più sperimentale e cupo dei tre, abbandonando l’erotismo parodico dei primi due per una danza macabra tra Eros e Thanatos che non lascia scampo alla protagonista. A partire da una sconvolgente scena di stupro, Jeanne inizierà ad avere contatti con un demone fallico con cui scenderà a patti per guadagnare la propria indipendenza. L’influenza che inizia ad avere sul villaggio per via delle sue conoscenze e abilità la faranno condannare per stregoneria, ma questo non sarà che la miccia per una successiva rivoluzione. Il regista sceglie uno stile psichedelico per forme e colori, ma anche piuttosto statico: non tutte le scene sono animate, limitandosi a volte a mostrare tavole fisse che, per quanto affascinanti, impantanano un po’ il ritmo. Ulteriore scelta sperimentale che sorprende, anche se funziona solo a fasi alterne. Molte immagini, comunque, sono straordinarie e restano impresse dopo la visione. Un film decisamente coraggioso per l’epoca, che però causò il fallimento della casa di produzione Mushi, fondata dallo stesso Tezuka. Liberamente ispirato al libro La strega dello storico ottocentesco Jules Michelet.
Ultima parte della trilogia Animerama realizzata da Yamamoto e dal mangaka Osamu Tezuka. Dopo Le mille e una notte e Cleopatra, questa volta l’ambientazione è la Francia medievale. Il film è il più sperimentale e cupo dei tre, abbandonando l’erotismo parodico dei primi due per una danza macabra tra Eros e Thanatos che non lascia scampo alla protagonista. A partire da una sconvolgente scena di stupro, Jeanne inizierà ad avere contatti con un demone fallico con cui scenderà a patti per guadagnare la propria indipendenza. L’influenza che inizia ad avere sul villaggio per via delle sue conoscenze e abilità la faranno condannare per stregoneria, ma questo non sarà che la miccia per una successiva rivoluzione. Il regista sceglie uno stile psichedelico per forme e colori, ma anche piuttosto statico: non tutte le scene sono animate, limitandosi a volte a mostrare tavole fisse che, per quanto affascinanti, impantanano un po’ il ritmo. Ulteriore scelta sperimentale che sorprende, anche se funziona solo a fasi alterne. Molte immagini, comunque, sono straordinarie e restano impresse dopo la visione. Un film decisamente coraggioso per l’epoca, che però causò il fallimento della casa di produzione Mushi, fondata dallo stesso Tezuka. Liberamente ispirato al libro La strega dello storico ottocentesco Jules Michelet.