Gojoe
Gojo reisenki: Gojoe
Durata
138
Formato
Regista
XII secolo. Il monaco buddhista Benkei (Daisuke RyÅ«), ex guerriero tormentato dalle colpe del passato, decide di affrontare il demone che, nei pressi del ponte GojÅ, fa strage dei guerrieri del clan Heike. Scoprirà presto che il demone è in realtà Shanao (Tadanobu Asano), membro del clan Genji in cerca di vendetta per lo sterminio della sua famiglia.
Per il suo primo jidai-geki, Sogo Ishii prende spunto da una storia estremamente popolare in Giappone, quella dello scontro sul ponte GojÅ di Kyoto fra il valoroso samurai Yoshitsune (generale del clan Minamoto e fratello minore del futuro shogun Yoritomo) e il gigantesco monaco guerriero Benkei (appostato sul ponte GojÅ per uccidere mille guerrieri e collezionare altrettante spade), due personaggi storici realmente esistiti e avvolti da un'aura leggendaria. Interessato alla dimensione mistico-spirituale dello scontro, Ishii capovolge la tradizione che vede lo sconfitto Benkei giurare fedeltà a Yoshitsune come suo signore e ne fa due irriducibili avversari, campioni di polarità opposte che superano la semplice dimensione umana e si inscrivono in una più ampia prospettiva di ordine cosmico. In questo modo, nonostante il taglio chanbara della pellicola, Ishii trascende il genere e si riallaccia al corso intrapreso dal suo cinema negli anni Novanta, la fase cosiddetta “psichedelica” intrisa di suggestioni ascetiche e metafisiche al limite del New Age esauritasi definitivamente con Mirrored Mind (2006). Visionario ed energico ma anche confuso e ripetitivo, il film sconta purtroppo un'eccessiva prolissità, risentendo dell'assenza di una struttura solida a cui neanche le buone sequenze di combattimento riescono a sopperire.
Per il suo primo jidai-geki, Sogo Ishii prende spunto da una storia estremamente popolare in Giappone, quella dello scontro sul ponte GojÅ di Kyoto fra il valoroso samurai Yoshitsune (generale del clan Minamoto e fratello minore del futuro shogun Yoritomo) e il gigantesco monaco guerriero Benkei (appostato sul ponte GojÅ per uccidere mille guerrieri e collezionare altrettante spade), due personaggi storici realmente esistiti e avvolti da un'aura leggendaria. Interessato alla dimensione mistico-spirituale dello scontro, Ishii capovolge la tradizione che vede lo sconfitto Benkei giurare fedeltà a Yoshitsune come suo signore e ne fa due irriducibili avversari, campioni di polarità opposte che superano la semplice dimensione umana e si inscrivono in una più ampia prospettiva di ordine cosmico. In questo modo, nonostante il taglio chanbara della pellicola, Ishii trascende il genere e si riallaccia al corso intrapreso dal suo cinema negli anni Novanta, la fase cosiddetta “psichedelica” intrisa di suggestioni ascetiche e metafisiche al limite del New Age esauritasi definitivamente con Mirrored Mind (2006). Visionario ed energico ma anche confuso e ripetitivo, il film sconta purtroppo un'eccessiva prolissità, risentendo dell'assenza di una struttura solida a cui neanche le buone sequenze di combattimento riescono a sopperire.