Bright

In una Los Angeles dove diverse creature convivono in maniera poco pacifica, l'agente di polizia Scott Ward (Will Smith) e il suo collega orco Nick Jackoby (Joel Edgerton) entrano in contatto con un oggetto magico dalle infinite potenzialità. Tutti inizieranno a dar loro la caccia per impadronirsi dell'arma.



A un anno di distanza da Suicide Squad (2016), David Ayer ritrova Will Smith per un altro fantasy in salsa action che però non mostra alcun motivo d’interesse ulteriore rispetto al film precedente. Prodotto e distribuito dalla piattaforma Netflix, Bright catapulta lo spettatore in una realtà molto vicino a quella contemporanea, tra ghetti, gang di strada, razzismo e poliziotti corrotti. La metafora con un mondo (non solo un'America) lacerato dalle differenze sociali e ancora molto disunito funziona nei primi minuti, pur risultando a tratti troppo esplicita e caricaturale, ma il film soffre tremendamente di un andamento prolisso e discontinuo legato al rapporto tra i due protagonisti e le loro disavventure. Il copione è basato tutto sul crescendo di un climax sconnesso che disorienta lo spettatore con l'introduzione di numerose sotto trame e diversi personaggi approfonditi poco e male. Ayer sembra non riuscire a stare al passo col racconto e preferisce affidare la sua regia a effetti speciali poco funzionali (soprattutto nella parte finale) o espedienti retorici di cui non si sentiva il bisogno. Vista la complessità narrativa dell'operazione, forse era meglio declinare il tutto in una serie televisiva sicuramente più esaustiva di un lungometraggio unico.