Cleopatra Jones: licenza di uccidere

In lotta contro il traffico di droga a cui fa capo la malavitosa Mommy (Shelley Winters), l'agente federale Cleopatra Jones (Tamara Dobson), detta Cleo, vede la propria vita in pericolo. La super-agente, con l'aiuto di alcuni amici, esperti di karate come lei, riporterà pace nel ghetto, non prima d'aver scoperto che ci sono delle mele marce nella polizia.



Tipico esempio di blaxploitation dozzinale d'inizio anni '70, che avrebbe dovuto lanciare la carriera cinematografica della modella Tamara Dobson, bellezza d'ebano statuaria ed esperta di karate anche nella vita, che qui veste con raffinati abiti d'epoca, guida auto sportive, fa l'amore col bello di turno, presentandosi come una pantera che digrigna i denti quando combatte gli spacciatori e i poliziotti corrotti. Shelley Winters prova a cavarsela con il suo mestiere, ma la sua boss del crimine, lesbica, grassa e dai capelli rossicci, rimane una macchietta. Nel cast, è da ricordare Albert Popwell, caratterista afro-americano dei primi film a stelle e strisce di Clint Eastwood, nel ruolo di uno dei due fratelli esperti di karate che aiutano Cleo nella sua missione di ripulire il ghetto. La Dobson prova a cavarsela con la sua bellezza, ma non è Pam Grier. Il personaggio di Cleo tornerà in un sequel girato in Cina. Solo per cultori del genere, gli altri si astengano pure.