Paranoid Park

Paranoid Park

Anno

Paese

Usa

Generi

Durata

85

Formato

Regista

Alex (Gabe Nevins), un sedicenne introverso e solitario come molti altri, trascorre i suoi giorni allo skate park, anche se quasi sempre più in veste di osservatore che in quella di skater. Un giorno, però, causa per sbaglio la morte di un uomo, e il senso di colpa farà precipitare l'equilibrio della sua vita.

L'adolescenza secondo Gus Van Sant si arricchisce di un altro mirabile capitolo, in cui il regista continua a lavorare sulle tonalità espressive rarefatte dell'ultima parte della sua carriera (le stesse di Elephant, del 2003, e Last Days, del 2005), arricchendole in questo caso con una dose ragguardevole di complessità psicologica. Van Sant lavora sulle apparenze, elaborandole e facendole fermentare, provando a scrutare l'intimo mistero dei suoi personaggi dall'esterno, ma con delicatezza e misura. Ciò non fa che generare un fascino gelido ma, non per questo, distante o tantomeno artificioso. La fotografia di Christopher Doyle, unita all'utilizzo di soggettive in ralenti e insieme ad altre soluzioni formali, produce allo spettatore una sorta di inaspettato e spiazzante coinvolgimento lirico. Pochi registi come Van Sant hanno affrontato l'adolescenza con risultati altrettanto sfaccettati e degni di rigorosa attenzione, anche se il riusultato di Paranoid Park, seppur buono, non raggiunge le vette di Elephant. Tratto dal romanzo, omonimo, di Blake Nelson.
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